L’obiettivo, comune a tutte, è quello di rompere il maggior numero di bersagli. Evitando di mancare la chiamata e l’appuntamento con il podio. Ma le discipline del tiro al piattello si differenziano notevolmente. Ognuna ha il suo grado di difficoltà, le sue regole e i suoi trucchi del mestiere.
I pionieri hanno iniziato a praticare qualcosa di simile al moderno tiro a volo già dalla seconda metà dell’800. Quando in America alcuni tiratori si dilettavano a sparare su palle di vetro lanciate in aria.
Un passatempo, con le sfere che presto vennero sostituite da bersagli mobili di argilla, che avevano la forma di un disco (il clay-bird o clay-pigeon, uccello di argilla).
La prima disciplina ufficialmente strutturata è stata la specialità Trap (o Fossa Universale) che ha fatto il suo ingresso alle olimpiadi di Parigi del 1900. I secondi Giochi della storia.
Per lo Skeet dobbiamo aspettare il 1968. La variante è nata negli Stati Uniti e in origine veniva chiamata “Shooting around the clock”, dal momento che le postazioni di tiro sono disposte seguendo una specifica circolarità. Come in un orologio, appunto. Ai Giochi fa la sua comparsa da Città del Messico.
Ultima in pedana in ordine di tempo (nel 1989) è il Double Trap, evoluzione del Trap, che diventerà presto la terza disciplina di tiro a piattello nelle gare a “Cinque Cerchi”. La prima volta olimpionica è stata ad Atlanta 1996, l’ultima apparizione prima dell’esclusione nel 2016. Resta comunque tra le più amate e coinvolgenti per un tiratore.
Le tre specialità che ti abbiamo appena introdotto sono le cosiddette “discipline olimpiche” prima che diventassero due dopo l’esclusione del double trap. Poi ci sono altre specialità non olimpiche ma altrettanto appassionanti. Molto diffuso, ad esempio, il Percorso Caccia (Sporting Clay), che sta conquistando sempre più appassionati di tiro e di natura. Magari te ne parleremo in futuro…
Ognuno ha la propria predilezione nel tiro a piattello: starà poi al singolo atleta individuare dove dirigere le proprie emozioni. Andiamo a conoscere meglio Trap, Skeet e Double Trap. Ecco le principali discipline di tiro a piattello.
Trap o Fossa Olimpica
Non potevamo che iniziare dal Trap (o anche detto Fossa Olimpica), perché è a questa disciplina che dobbiamo la rapida espansione del movimento. Per la sua storicità si è diffusa velocemente in tutto il mondo. Anche in Italia è sicuramente la pratica più popolare.
Perché il nome Fossa Olimpica? Perché il meccanismo con il quale sono poi lanciati in aria i piattelli viene nascosto proprio dentro una fossa.
Il tiratore non vede quindi il “via” del proprio bersaglio, e la bella scarica di adrenalina è assicurata.
Il regolamento della Fossa Olimpica
La linea di tiro è rettilinea rispetto alla lanciapiattelli posizionata nella fossa. Tiratore e bersaglio sono distanti quindici metri.
Ogni pedana ( sono cinque) è posta di fronte a tre macchine alloggiate nella fossa, e il tiratore dovrà passare tutte le pedane per terminare il giro. Sparando ad un totale di 25 piattelli.
Il trittico di macchine lanciapiattelli infatti, posto sotto le pedane, può far partire un piattello al centro, uno a destra e uno a sinistra. Le angolazioni variano, con schemi ben precisi, e la successione dei lanci è casuale.
Il tiratore chiama l’uscita del piattello ma non ha poi altri punti di riferimento. Vediamo perché.
Tecniche di ingaggio dei piattelli
La causalità della successione e le differenti angolazioni impresse al piattello sono variabili nel Trap. Il bersaglio può spostarsi quindi sul piano verticale (da un’altezza di un metro e mezzo fino ai tre) e orizzontale (fino a novanta gradi).
Il tiratore, inoltre, dovrà essere abile nello scorgere immediatamente la direzione del piattello, intercettandolo con la scia di pallini.
Quindi, occhio a direzione, altezza e traiettoria.
Un’ulteriore notevole difficoltà che il tiratore deve tenere a mente, specialmente se meno esperto, è quella dei movimenti in pedana. Rispetta i tempi di caricamento e di sbossolamento, per evitare di infastidire gli altri atleti. Concentrati sui tuoi obiettivi.
Skeet la disciplina che esalta i nostri campioni
È una delle discipline del tiro a piattello più amate dai tiratori italiani e a livello di Nazionale abbiamo collezionato diversi podi.
La specialità, ricordiamo, è entrata nel circuito a Cinque Cerchi nel 1968. Era conosciuta come “Around the clock”, traendo spunto proprio dal quadrante di un orologio.
Il regolamento dello Skeet
A differenza del Trap, dove si spara su cinque pedane messe in una linea di tiro rettilinea, nello Skeet le postazioni diventano otto, e vengono poste su di un semicerchio di raggio 19,20 metri (ecco il motivo dietro al nome “Around the clock”).
Niente fossa al centro, le due lanciapiattelli sono poste alle estremità del semicerchio. A sinistra (Pull) e a destra (Mark).
A disposizione si ha un solo colpo per ciascun piattello.
Tecniche di ingaggio dei piattelli
Nel Trap altezza e direzione sono variabili, nello Skeet no, perché i macchinari sono programmati per lanciare seguendo lo stesso schema. Ma in questa disciplina i tempi non sono certi, perché dalla chiamata del piattello alla sua uscita possono passare fino a tre secondi.
Altra complicazione è dovuta ai continui spostamenti da una pedana all’altra, che alterano gli angoli e le direzioni. E, ovviamente, le distanze dai due lanciapiattelli sono diverse ogni volta che cambiamo postazione.
Infine, il tiratore aspetta il lancio del bersaglio con l’arma non imbracciata (in gergo si dice in posizione di attesa). Servono quindi riflessi pronti e grande coordinazione.
Double Trap dove sbagliare non è concesso
La spettacolarità di questa disciplina è uno dei suoi punti di forza e rappresenta un grande magnete. Specie per chi si sta avvicinando a questo sport.
Tra tutte le discipline di tiro al piattello, forse il Double Trap è quella che riesce maggiormente ad incuriosire in un istante. Anche il neofita.
Nel 2017 è però arrivata una bella doccia fredda per il Double Trap: niente più olimpiadi. A Tokyo 2021 sarà sostituito dal Trap Mixed. Una gara, cioè, di Trap a squadra a coppie miste, un uomo e una donna. Un’intuizione sicuramente suggestiva per una competizione che sarà interessante.
La scelta di mandare in pensione il Double Trap (che resterà al momento ai Mondiali), lascia un pò di amaro. Sarebbe stato sicuramente meglio portare a quattro le discipline olimpiche! Vedremo in futuro se ci saranno ripensamenti.
Il regolamento del Double Trap
Il numero di pedane è lo stesso del Trap (cinque), ma la suggestione aumenta perché vengono lanciati due bersagli in contemporanea. Ogni pedana ha tre lanciapiattelli distanti un metro circa tra di loro, e l’ordine di lancio si stabilisce inizialmente. I piattelli escono progressivamente.
Due colpi in canna, il tiratore deve sbriciolare i due obiettivi che scorrono partendo da una traiettoria fissa.
Tecniche di ingaggio dei piattelli
Conoscendo le traiettorie e lo schema scelto, il tiratore potrebbe sembrare più facilitato. In realtà ci sono anche qui delle variabili, perché il lancio può avere un raggio di 30 gradi e un’altezza che passa imprevedibilmente da tre metri a tre metri e mezzo.
Il tiratore attende il via in posizione non premeditata.
Un suggerimento? Ti consigliamo una tecnica vincente: il primo colpo eseguilo da fermo (centrando subito il primo piattello), mentre per il secondo sparo segui il movimento del secondo piattello, aggancialo e poi guardalo rompersi.
Trap, Skeet o Double Trap? Sali in pedana e mettiti alla prova!
La passione cresce piattello dopo piattello. Non importa quale sarà poi la tua disciplina del cuore, quel che conta è non aver paura di avvicinarsi a questo bellissimo sport. Gli inizi, certo, non sono facili e i bersagli schizzeranno via verso l’orizzonte. Quindi armati di pazienza, perché dal primo centro in giù sarà un crescendo di divertimento.
Per chiunque voglia imbracciare il fucile per la prima volta in pedana la Federazione Italiana Tiro a Volo ha lanciato un’interessante occasione. Si tratta del progetto NEOFITAV, che ti permetterà di essere accompagnato alla scoperta di questa disciplina.
Visita il sito web del progetto che trovi qui, cerca il campo da tiro convenzionato più vicino a te e potrai prenotare una prova con un istruttore Fitav per passare dalla teoria alla pratica!
Autore
Michele Mastrangelo
Giornalista
Michele è un giornalista che si sta sempre più aprendo al mondo digitale. Segue con curiosità qualsiasi sport e si è affacciato prima per lavoro e poi per passione al mondo del tiro a volo. Ha collaborato con progetti editoriali, aziende e organizzazioni legate al mondo del tiro al piattello. Afferma che presto passerà dalla teoria alla pratica, sul campo da tiro!
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Buongiorno, vedo nella classifica provvisoria dello skeet che accanto ad alcuni tiratori oltre al numero dei Piattelli colpiti c’è scritto cb e un numero… Cosa significa? Grazie. Alessandro