Le mani scorrono avide sulla valigetta contenitore in cuoio e “clack/clack…clack”, lo scatto secco dei meccanismi delle sicure riecheggia, schiudendo il mondo di uno scrigno che contiene un prezioso strumento, la nostra arma per il tiro al piattello.
Il momento dell’apertura della valigetta è un momento che suscita emozione in chi pratica il tiro al piattello e l’attenzione anche di chi non ha mai praticato, o vorrebbe iniziare, e curioso assiste le fasi preparatorie prima di raggiungere la postazione.
Ammirando quell’uomo in gilet, con dei guanti da tiro che lasciano le dita scoperte, la cuffia mollemente adagiata attorno al collo, che con movimenti veloci, precisi e sacri, come l’officiante di un rito, monta la sua arma che brilla, odora di olio e cera per legno, che già a guardarla dà senso di solidità ed equilibrio.
Iniziare il tiro al piattello: quando, dove e come
Partiamo col dire che si tratta di un’attività sportiva che ha una diretta attinenza con l’uso di armi da fuoco e munizioni, perciò, ben si comprende, che chi si avvicina al mondo del tiro al piattello mostra di avere un’affinità con tali elementi.
Ecco perché spesso si tratta di una passione che si tramanda all’interno di famiglie dove esiste già un tiratore, ma non è una condizione sempre scontata.
Infatti, può anche capitare che un tiratore in nuce, che magari non sa ancora d’esserlo, venga “folgorato” da questo sport e da questo mondo, magari osservando competizioni regionali, nazionali od internazionali, oppure perché viene raggiunto e stimolato dalle notizie relative a questa attività attraverso i social media; cresce così la sua curiosità verso questa particolare branca del mondo sportivo e agonistico.
Proveremo così a chiarire alcune basilari curiosità che riguardano questo sport.
Quando si può iniziare l’attività del tiro al volo?
Dai 13 anni, poi, con la supervisione di istruttori federali e genitori, si ha la possibilità di accedere alle pedane ed anche al mondo delle competizioni che rappresentano, come in tutte le attività agonistiche, l’anima di questo sport, in quanto stimolano la crescita sportiva dell’individuo, spingendolo a migliorarsi, ponendo dei traguardi da raggiungere e superare.
E quale miglior traguardo della capacità psicofisica di poter infrangere la maggior parte di quei 25 piattelli che illuminano i pomeriggi, solitamente, dei tiratori e forse anche la futura carriera di potenziali agonisti a livello nazionale?
Tecnicamente il tiro al piattello è un’attività che si svolge all’aperto.
Consiste nel posizionarsi in una postazione di una “batteria”, cercando di colpire con un fucile a canna liscia caricato con munizioni a pallini, un disco d’argilla colorato, o “pigeon d’argille” come dicono i nostri cugini francesi, che decolla da una fossa o da una postazione, a seconda della disciplina scelta, e attraversa il campo visivo del tiratore a velocità sostenuta.
La pratica del tiro, sia agonistico che non, avviene comunque su campi idonei, organizzati e riconosciuti dalle autorità locali, e a norma con il regolamento del CONI per queste discipline.
Come anticipato, vista la particolarità della disciplina da praticare, si capisce bene che chi intende avvicinarsi, prima di possedere un’arma e relative munizioni, prima ancora di calcare il suolo delle postazioni, deve essere in regola con tutte le incombenze burocratiche ed amministrative necessarie.
Il principale di questi obblighi è il conseguimento del Porto d’Armi per uso sportivo.
È un documento ufficiale rilasciato, dalla questura del luogo dove si risiede, a chi ne faccia richiesta, abbia compiuto il 18° anno d’età e non abbia carichi pendenti ed è valido per cinque anni.
Tale documento consente al tiratore di poter acquistare armi e munizioni, detenendole con una regolare denuncia, e gli consente soprattutto di poterle spostare dalla propria abitazione verso il campo da tiro e viceversa,in completa autonomia.
Quello che vi starete certamente chiedendo però sono sicuro che sia:
Ma se volessi provare prima di intraprendere l’iter burocratico per avere il porto d’armi? Posso maneggiare un arma in sicurezza e cimentarmi in una prova come farei in tutti gli altri sport alla mia lezione di prova?
La risposta è assolutamente si, per questo ormai 5 anni fa è nato il progetto Neofitav grazie al quale con un semplice click potrai prenotare gratuitamente la tua prova di tiro sotto la supervisione di un istruttore qualificato in una delle oltre 70 strutture convenzinate in tutta Italia.
Prima di iniziare a caricare il fucile però, è necessario che il futuro tiratore scelga, o meglio, sappia scegliere adeguatamente la disciplina che più si confà alle sue qualità personali.La scelta dipenderà sicuramente dai propri gusti, dall’esperienza maturata, ma anche dai buoni consigli che riceverà da qualche istruttore federale.
Le discipline del tiro al piattello: iniziamo dal Trap
La più conosciuta tra tutte le discipline è il Trap o Fossa Olimpica. In questa specialità i tiratori sono posizionati in cinque diverse postazioni in linea retta, uno accanto all’altro con il giusto distanziamento, formando una batteria.
A quindici metri davanti le postazioni, è posizionata una fossa che contiene i macchinari di lancio, esattamente tre per ogni postazione di tiro. Le traiettorie del piattello, una volta chiamato, non saranno sempre le stesse e ciò metterà a dura prova le capacità e i riflessi dei tiratori.
Questi, inoltre, dopo che avrà sparato l’ultimo della batteria (posizione 5) scorreranno di un posto così che a turno per 5 volte occuperanno tutte le postazioni. Le traiettorie dei piattelli in questa specialità sono fondamentalmente 5 due traversoni laterali, due semilaterali e un centrale.
Per il neofita la difficoltà sta nell’acquisire la tempistica necessaria, memorizzare traiettorie, direzione ed altezza dei piattelli. Ma principalmente dovrà assimilare la corretta posizione, l’atteggiamento da tenere in pedana comprese le fasi di caricamento dell’arma e sbossolamento.
L’arma utilizzata è il sovrapposto a canna liscia con munizioni a pallini da 24 grammi.
Per colpire un piattello si hanno a disposizione due colpi. Il fucile viene imbracciato un attimo prima del “Pull” e il mirino posizionato su un punto contrassegnato sulla fossa.
Skeet: una tradizione olimpica
Disciplina dalle origini americane si differenzia rispetto alla fossa dal fatto che le postazioni sono a semicerchio con raggio di 19,20 metri e che le macchine lancia piattelli si trovano alle estremità, a sinistra si trova il Pull e a destra il Mark.
Altri aspetti distintivi riguardano il numero delle postazioni, qui sono 8, e il fatto che ai piattelli singoli, a cui si possono dedicare entrambi i colpi dell’arma utilizzata, si alterneranno piattelli doppi su cui si potrà utilizzare solo un colpo per ciascuno.
L’attesa del piattello avviene con fucile non imbracciato, mentre il tiratore si posiziona nella direzione verso cui va il bersaglio, conoscendone altezza e traiettoria.
E ancora, dalla chiamata allo sgancio del bersaglio possono passare da zero a pochi secondi. In modo che il tiro non sia sempre automatico.
Il Double Trap: dove non si può sbagliare!
Come si intuisce già dal nome, questa disciplina prevede l’uscita in contemporanea di due piattelli per volta, da colpire con un colpo ciascuno.
L’impostazione è quella del classico trap, con le 5 postazioni in linea e le tre macchine lanciapiattelli per ogni postazione.
Ma le combinazioni dei piattelli vengono scelte precedentemente secondo il programma stabilito. La fossa si trova a dieci metri, il raggio dei lanci è stabilito a 30° con un’altezza compresa tra i tre metri e tre metri e mezzo. Anche qui si utilizza un sovrapposto a canna liscia.
Il Percorso Caccia: Compak & Sporting
Non sempre chi pratica piattello lo fa per attività strettamente agonistica. Molti praticano il campo da tiro solo per fare qualche serie e sparare qualche colpo nel periodo di silenzio venatorio ed anche per tenersi in allenamento. Nasce così la disciplina dello Sporting e la sua variante Compak.
Qui i piattelli simulano il volo dei selvatici e anche la corsa, può essere praticato in forma statica (Compak), sfruttando le postazioni dello skeet ma anche del trap, o in forma itinerante (Sporting), con le macchine posizionate all’interno di un contesto naturale per rendere ancora più simile l’attività all’azione di caccia.
Si tratta di una disciplina molto stimolante, in quanto le traiettorie dei bersagli seguono direzioni e velocità diverse. Si impiegano sempre due colpi, ma non obbligatoriamente un fucile sovrapposto.
Armi, munizioni e abbigliamento per il tiro al piattello
Per il neofita che ha deciso di intraprendere il tiro al piattello, il momento cruciale della sua iniziazione da tiratore, se vogliamo chiamarla così, è l’acquisto dell’arma.
Rappresenta un momento importante perché significa che ha deciso di svolgere seriamente questo percorso sportivo, e che possiede soprattutto quelle qualità psicofisiche ed etiche necessarie a svolgere questo sport.
Il fucile da tiro, rispetto ad altri fucili, è uno strumento molto specifico e tecnico che può raggiungere anche dei costi importanti. Per evitare di affrontare questa spesa all’inizio della carriera, sarebbe bene riuscire a trovare un’arma usata con caratteristiche tecniche che si adattino al fisico del tiratore, con strozzature variabili, in modo che possa essere utilizzato nelle diverse discipline fintanto che non si riesce ad individuare quella più consona e per cui si è più portati.
Stessa cosa dicasi per le munizioni, la scelta dipende molto dallo stile che possiede il tiratore, se spara di stoccata o a seguire, e così se pratica il trap o lo skeet.
Diventa allora consigliabile utilizzare munizioni con prestazioni medie finché non si affina la tecnica di tiro e si decide la disciplina. Scelta dell’arma e delle munizioni meritano comunque un approfondimento dedicato e specialistico.
Per quanto riguarda l’abbigliamento, nell’immediato, senza dover badare troppo allo stile ma al sostanziale, il tiratore neofita ha necessità di possedere un paio di cuffie o tappi per attutire il rumore dei colpi esplosi, ma anche per facilitare la concentrazione.
Un gilet per contenere alcune munizioni e una valigetta porta munizioni. La pratica assidua dell’attività del tiro al piattello porta giocoforza a possedere anche un paio di occhiali per il tiro, necessari per rendere più nitido il campo visivo, per proteggere gli occhi dall’eiezione dei bossoli esplosi e da eventuali corpi incandescenti non espulsi con lo sparo, per evitare che lo sguardo si sposti lateralmente rispetto alla bindella. Un copricapo che aumenti la protezione dalla luce. Dei guanti da tiro.
Andando avanti nella carriera, il tiratore potrà optare per armi, munizioni ed un abbigliamento sempre più tecnico, specialistico e personalizzato, magari forniti da qualche sponsor se avrà buone prestazioni a livello agonistico.
In bocca al lupo!
Autore
Saro Calvo
Tiratore amatoriale e scrittore
Siciliano, classe 1975, vive nel sud est dell’isola in provincia di Ragusa dove lavora presso uno studio di consulenza, ed esercita con passione l’attività venatoria con 26 licenze all’attivo. Molto legato al proprio territorio, pratica la caccia col cane da ferma alla stanziale e alla migratoria. Si è appassionato, negli ultimi anni, all’uso del calibro 28 in tutte le forme di caccia e alla ricarica domestica, sempre alla ricerca della giusta munizione. Convinto lettore, ama approfondire tematiche riguardanti l’ambiente, la cinofilia, la ricarica e la caccia vissuta in tutte i suoi aspetti, anche quelli letterari. Sostenitore del connubio caccia/ricerca scientifica, dalla passata stagione venatoria fa parte del gruppo di monitoraggio per la beccaccia della provincia di Ragusa, in collaborazione con l’Unione per la Beccaccia e la FANBPO.
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Grazie molto esaustivo seguirò senz’altro queste Olimpiadi
Tutto chiarissimo, ci proverò anche se ho compiuto 77 anni. Spero di non aver superato il limite di età.
Ottime comunicazioni,grazie
Non so se il tiro a volo avrà un futuro ancora luminoso o se è destinato ad un inesorabile declino! Sono un tiratore anziano che pratica il campo il sabato pomeriggio e sto notando un calo inesorabile dei frequentatori (soprattutto fra i non agonisti come me); i giovani sono pochissimi e di solito figli di addetti ai lavori! Il motivo principale di questo fenomeno è, secondo me, dovuto ai costi delle munizioni e delle serie oramai, per tanti, insostenibili: i prezzi delle cartucce sono in continuo e costante aumento, senza mai tornare indietro. Sono molto dispiaciuto nel vedere le pedane quasi deserte, bisognerebbe incentivare la partecipazione cercando di diminuire i prezzi!