Nella carriera sportiva di ogni tiratore capita che, in alcuni momenti ci si possa sentire delusi da una serie di risultati negativi. Accade agli atleti professionisti dopo una sconfitta e accade ai neofiti che praticano da poco il tiro a volo.
Alcune persone, generalmente agli inizi, abbandonano questo sport proprio perché ritengono erroneamente di non avere le giuste capacità solo per aver mancato dei piattelli in allenamento. È del tutto normale sentirsi frustrati quando le cose non vanno per il verso giusto. Dobbiamo però assolutamente evitare che gli errori condizionino il nostro stato mentale facendoci sentire incapaci. A dire il vero, questa problematica non è comune solo ai tiratori, ma è tipica di tutti gli sport. Tutti gli atleti prima o poi fanno esperienza del fallimento.
Nessun risultato può infatti essere raggiunto senza aver commesso degli errori. Proprio così: il fallimento fa parte del percorso. Non solo: è proprio grazie a questi insuccessi che riusciamo a progredire nel nostro cammino di tiratori sportivi. Prova un attimo a pensarci: se non esistesse l’insuccesso non esisterebbero neanche i miglioramenti. Si può addirittura affermare che i nostri miglioramenti siano subordinati agli errori che commettiamo. Dal momento che sbagliamo un piattello, iniziamo anche a correggerci.
Il corretto posizionamento in pedana, l’esecuzione impeccabile del movimento, il giusto allineamento del nostro occhio con l’attrezzo sportivo sono, il più delle volte, la conseguenza diretta di un miglioramento avvenuto a seguito di un bersaglio mancato.
Tuttavia, quando siamo agli inizi abbiamo bisogno di più tempo per prendere coscienza di tutti i movimenti corretti. Ma i continui adattamenti motori derivano proprio da queste numerose prove ed errori. Paradossalmente, per essere precisi bisogna sbagliare molto. L’errore, l’insuccesso e il fallimento sono la strada che conduce alla vittoria.
Quando ci troviamo a fare i conti con la sconfitta, oppure quando ci sentiamo bloccati perché, ad esempio, non riusciamo a rompere piattelli per diversi allenamenti, dobbiamo assolutamente evitare di sentirci automaticamente incapaci.
Sentirsi delusi per un risultato mancato è normale, credere di essere incapaci è invece deleterio. Per dirla in termini più semplici, un conto è dire ho fallito, un altro è sentirsi un fallito. Una sottigliezza di parole che però nello sport fa tutta la differenza del mondo. È il risultato delle azioni che abbiamo compiuto ad essere sbagliato, non di certo la persona.
Le cose ci appaiono completamente diverse a seconda di come le guardiamo. La delusione, infatti, può diventare il carburante necessario a raggiungere successivamente la vittoria, oppure renderci impotenti. Tutto dipende da come interpretiamo il messaggio. Sbagliare una serie di piattelli, perdere una gara, mancare un obiettivo che ci eravamo prefissati, può fornirci delle indicazioni importanti per affrontare al meglio le prossime competizioni.
Il fallimento è semplicemente una serie di informazioni su come sono andate le cose.
Un evento, di per sé, è sempre neutro. Diventa negativo o positivo a seconda dei giudizi che formuliamo nella nostra mente. Dagli errori possiamo trarre informazioni importanti su noi stessi e sulle nostre abilità tecniche.
Ad esempio, potrei rendermi conto che i piattelli se ne vanno perché non sono posizionato correttamente in pedana, o potrei rendermi conto di essere attualmente troppo emotivo per affrontare la categoria superiore.
Come interpretare correttamente gli errori
Può sembrare una banalità, ma ciò che fa davvero la differenza dipende da come noi interpretiamo gli eventi che ci accadono. Per diventare un tiratore migliore, dobbiamo essere capaci di utilizzare i nostri errori come un trampolino di lancio per le future vittorie.
Grazie al feedback – “informazione di ritorno” – possiamo imparare a fare del nostro meglio in un successivo momento e, soprattutto, liberarci dall’idea del “fallimento” che ci fa smettere di fare ciò che stavamo facendo, senza concederci altre possibilità. Quando ci sentiamo sconfitti, la domanda da porsi è:
- Che cosa ho imparato da questo evento?
- Che cosa farò di diverso la prossima volta?
Queste due domande cambiano completamente la scena e trasformano un’apparente sconfitta in una fonte di informazioni e di apprendimento.
Definire gli obiettivi per raggiungere un risultato
Un altro aspetto da prendere in considerazione quando si parla di tiro a volo riguarda la definizione degli obiettivi. Molti tiratori ignorano un fatto importante: per ottenere dei risultati bisogna essere in grado di definire i propri obiettivi e organizzare un piano di allenamento che vada proprio in quella direzione. Tuttavia, la maggior parte degli sportivi, in questa fase, commette un grave errore: sposta il focus su eventi che non possono essere controllati.
Ad esempio, voglio vincere la gara, voglio rompere 25 piattelli, per quanto condivisibili, sono obiettivi che non sono sotto il nostro diretto controllo. Sono proprio questi atteggiamenti che conducono il tiratore verso il fallimento. L’esito del risultato, in questo caso, non dipende da noi. In una gara, o in un allenamento, entrano in gioco delle variabili che non possono essere controllate, come la capacità degli avversari, le condizioni metereologiche, ecc.
Può sembrare controintuitivo, ma il nostro obiettivo non dev’essere quello di colpire tutti i piattelli. L’unica cosa su cui ci dobbiamo focalizzare riguarda unicamente il nostro comportamento.
Dobbiamo fare al massimo delle nostre possibilità a ogni allenamento, prestando attenzione alle azioni che si compiono, senza mai pensare all’esito di esse.
Il focus dev’essere spostato dall’esterno (il piattello da rompere), all’interno (esecuzione del movimento, attenzione). Il risultato diventa infatti la conseguenza diretta delle azioni compiute. Il “segreto” sta proprio nel fissare gli obiettivi che sono sotto il nostro diretto controllo per adattarsi di volta in volta all’azione successiva, in seguito al feedback che abbiamo ottenuto. L’unica vera arma che abbiamo a disposizione per raggiungere un risultato è il controllo delle nostre azioni.
Un piattello mancato, o una gara persa offrono ottime prospettive di crescita, ma bisogna essere disposti a capire gli errori commessi per poterli correggere. Per questo dico: focalizzati solo ed esclusivamente sulle tue azioni. Se non riusciamo a comprendere qualcosa, non possiamo controllarne il risultato. Se non si può controllare qualcosa, non si può migliorare.
Autore
Manuele Testai
Preparatore Sportivo
Manuele si occupa di preparazione atletica e pratica il tiro a volo a segno. Autore di diversi libri e articoli dedicati alla relazione tra performance nel tiro sportivo a preparazione fisica e mentale. Su Shooting Post ci darà quindi diversi consigli su come prepararci al meglio mentalmente e fisicamente!
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