Innanzitutto partiamo da tre concetti chiave, spesso al centro di chiacchiere da bar: passione, competizione e professionismo.
Penso che per arrivare a pensare in ottica di competizione ci voglia prima passione. Non intendo tanto dire che l’una, col tempo, si trasformi nell’altra, piuttosto che è la stessa passione il prerequisito, o la motivazione, che può portare una persona ad essere davvero competitiva, a prescindere dalle effettive performance sul campo da tiro.
Poi, se in effetti i risultati sul campo ci sono, si può iniziare a pensare al professionismo, che è il modo per coprire i costi relativi all’attività sportiva.
Dalla passione all’obiettivo
È allora la passione il carburante che porta il tiratore a fare gli sforzi necessari per raggiungere i propri obiettivi e, a loro volta, sono gli obiettivi che potenzialmente portano l’atleta a diventare un vero professionista.
Purtroppo, nel tiro a volo il professionismo è un fenomeno poco ricorrente. Lo ritroviamo in alcuni Paesi con a disposizione sufficienti mezzi e l’Italia, in quest’ambito, è una grande protagonista.
In tanti altri casi si tratta di atleti amatoriali o al massimo semi-professionisti, quando c’è un minimo di ritorno economico dopo aver coperto le spese e rimborsato le ore dedicate ad allenarsi.

Una volta che un tiratore decide di fare competizioni non solo per l’emozione della gara, ma soprattutto perché vuole vincere, allora stiamo parlando di un atleta serio: un professionista.
Questo passo è cruciale e fa una grande differenza per la persona a livello interiore, in termini di percezione, atteggiamento ed aspettative relativi all’attività sportiva.
Bilanciare i mezzi a seconda di quel che si vuole vincere!
Sarà l’atleta stesso a decidere quali mezzi investire per arrivare a vincere. Ci vorranno sforzi di tipo economico, fisico ed emozionale, tutti da soppesare e mettere a confronto con la propria ambizione.
Questo lavoro diventa molto più semplice, se gestito con l’ottica di un professionista. Di fatto, una buona pianificazione è uno strumento fondamentale nell’allenamento di ogni atleta competitivo.

Un piano chiaro e ben preparato aiuterà a quantificare, ordinare e controllare gli sforzi fatti e permetterà anche di identificare eventuali opportunità di miglioramento, come avviene nelle aziende.
Come procedere, dunque?
La prima cosa da fare è chiarire le idee: definire le priorità personali e poi gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Il piano dovrà poi considerare un budget di partenza per affrontare il consumo delle nostre due risorse a disposizione: denaro e tempo. In pratica:
- quanti soldi saranno disponibili in un determinato periodo;
- quante ore del nostro tempo metteremo a disposizione dell’allenamento pratico, fisico e psicologico;
- quante ore riserveremo alla nostra famiglia, ai nostri amici, al compleanno di qualcuno di importante, ecc.
Avere un piano ordinato, per un periodo di tempo ben determinato, è parte integrante della propria preparazione psicologica. Esso, infatti, mostra una strada precisa da seguire e contribuisce ad eliminare l’ansia causata dall’incertezza.
Non solo: mette in prospettiva gli obiettivi di corto, medio e lungo termine, in modo tale che la prossima gara non appaia poi così rilevante, perché è solo un passo tra i tanti in un lungo percorso.
Permette poi di impostare la propria routine, cosa che dà sicurezza e aiuta a focalizzare la concentrazione.
Infine dà la possibilità di programmare attività e trasferte insieme ad altre persone, così da condividere le spese, per non parlare di tanti ulteriori benefici.
L’allenamento
Abbiamo visto che una buona pianificazione è la base indispensabile al tiratore per iniziare il suo percorso. Quello che viene dopo è la parte più divertente: l’allenamento.
I componenti tipici della preparazione atletica sono:
- L’allenamento pratico, inteso come una serie di esercizi standard ripetuti con regolarità
- L’allenamento tecnico, cioè un lavoro particolare su un aspetto specifico del tiro, ad esempio un determinato movimento o una certa impostazione
- L’allenamento fisico, per avere la capacità di performare efficacemente, resistendo per tutta la durata della gara
- L’allenamento psicologico, non solo per riuscire a concentrarsi bene, ma anche per sapere come agire al meglio in diversi tipi di situazione.
Inoltre, è sempre un bene poter contare sulla presenza di una persona che segua l’atleta, negli allenamenti come in gara.
Le persone giuste al proprio fianco
Non è detto che chi ci allena debba essere uno psicologo o un esperto in tutto e per tutto del tiro a volo. Può essere anche un nostro amico o un compagno di squadra.
In ogni caso, deve trattarsi di una persona in cui riponiamo fiducia e deve conoscerci bene come tiratore: i nostri modi, le routine, le tecniche o qualunque sia l’aspetto del nostro operato che andrà a commentare.

È meglio evitare persone che emettono giudizi su cose che non conoscono, perché potrebbero portare più problemi che soluzioni. Da questo punto di vista è anche il tiratore che deve saper distinguere quali consigli mettere in pratica e quando.
Sebbene possa capitare che una persona, così dal nulla, ci dia un consiglio in buona fede, non esiste qualcosa come “l’allenatore istantaneo”, che ci dà la soluzione per colpire tutti i piattelli da quel momento in poi.
Un allenatore è una persona metodica, che lavora su lunghi periodi di tempo o che conosce in modo approfondito il tiratore. Solo così è possibile che dica la frase giusta al momento giusto, che possa farci sentire meglio in un momento critico o ci aiuti a risolvere un problema ricorrente.
Un buon allenatore, inoltre, sa quando è il momento e il contesto migliore per fare questi commenti e come lavorare per risolvere i problemi con i giusti esercizi.
Insomma, un allenatore è qualcuno di enorme valore durante tutta l’attività e più è competente e conosce il tiratore, meglio è. Bisogna imparare a capire chi è quello giusto per sé ed essere pronti a fidarsi del suo lavoro.
In sintesi
Abbiamo visto che per fare il salto di qualità ed evolversi da semplici appassionati a veri agonisti (e magari, un giorno, a professionisti) occorrono tre cose:
- Un piano di gestione delle risorse
- Un ottimo programma di allenamento
- Un allenatore che conosca bene l’atleta.
Se poi abbiamo la fortuna di avere un gruppo di amici tiratori, condividere con loro questi aspetti sul campo da tiro e fuori sarà la ciliegina sulla torta!
Autore

Gianluca Dapelo
Tiratore e ingegnere
Nato a Dicembre 1989 in Concepción, Cile, una città con poca attività tiravolistica che ha forzato il dovere di imparare le diverse scienze e dinamiche dell’arma, dell’atleta e dello sport; due titoli di campione nazionale della F.O.
Trasferito temporalmente in Italia il 2019 per allenamento, con l’ambizione di vincere una carta olimpica per Tokyo e poi, definitivamente il 2020 con l’aspirazione di collaborare nello sviluppo del tiro.
Nell’allenarsi da solo come tiratore pseudo-professionista ha scoperto un sistema di allenamento gratuito che l’ha aiutato ad alzare sostanzialmente il suo livello di performance ed ha trovato la possibilità di collaborare direttamente con detto progetto: Shooting Data.
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LEGGERE LINTERVISTA RILASCIATA ALLA RIVISTA ARMI & TIRO FEBBRAIO 2017 pag 180 salutiL
Complimenti per la pubblicazione
Argomenti interessantissimi,semplici ed essenziali
Un mondo da’ scoprire e che fa’ bene a tutte l età
Ordine disciplina e competizione nel vero impegno sportivo.