“Mia figlia non è troppo piccola per scendere in pedana?” “Non sarà pericoloso avvicinarsi al tiro a piattello?” Sono solo due delle più classiche domande che ogni giorno mi vengono rivolte dai genitori dei ragazzi che vogliono scoprire questo nostro stupendo sport.
Ma non solo giovanissimi, perché l’adrenalina che sale mentre miriamo verso il piattello stuzzica la curiosità persino dei più grandi. “Giovani adulti”, se vogliamo così chiamarli, che magari si sono appassionati in televisione e ora vorrebbero alzarsi dal divano e innamorarsi del tiro a volo anche dal vivo.
“Sì, ma quanto è difficile iniziare?” è un’altra domanda che mi arriva di frequente, forse tra le più gettonate. La mia risposta è sempre la stessa: per niente.
Vista la mia esperienza di formatore sono ben felice di fugare qualsiasi dubbio sulle nostre discipline, fare chiarezza e dare utili consigli a chi vuole approcciarsi alla pratica. Questo è il mio mestiere ed è un piacere sintetizzare per gli amici di Shooting Post il perché tutti potrebbero (e a mio avviso dovrebbero) provare il tiro a volo.
“Ma io posso”? Sì, tu puoi: ecco per chi è il tiro a volo
Per comprendere l’essenza del tiratore “modello”, basta posizionarsi dietro ad una pedana di tiro e osservare attentamente i diversi morfotipi di sportivo. Ci sono tiratori longilinei o robusti, alti o bassi. Qualsiasi stazza, qualsiasi corporatura: il tiro a volo è adatto a chiunque.
Mentre per praticare alcune discipline sportive è necessario avere una spiccata caratterizzazione fisica (pensiamo ai lanciatori di peso, ai velocisti, ai cestisti) il tiro a volo è a basso impatto.
Lo stesso possiamo dire guardando l’aspetto anagrafico, perché non ci sono limiti d’età.
Il fatto di essere uno sport a basso impatto fa sì che il corpo non venga stressato eccessivamente. Per andare in pedana è sufficiente svolgere una normale attività di base e tenersi allenati nel mantenere una buona condizione di benessere generale, tale da garantire una discreta prestazione di tiro.
C’è anche un altro fatto che rende il nostro sport totalmente inclusivo: è praticato da donne e uomini, senza distinzioni.
Anzi, mi permetto di sottolineare che negli ultimi tempi si sta verificando un fenomeno molto interessante, cioè l’aumento del numero di ragazze, anche giovanissime, che si avvicinano al tiro a volo. Un numero che sta crescendo stabilmente negli anni.
Ciò vuol dire che le barriere di genere vengono abbattute non solo in termini quantitativi, ma addirittura qualitativi. Le performance delle donne sono notevoli e lo vediamo dal ricco medagliere Azzurro, che ogni anno si rimpolpa dei successi delle nostre tiratrici.
Come avvicinarsi alla pedana: consigli ed errori comuni
In tutti questi anni da formatore ho maturato la forte convinzione che un campo di tiro a volo possa essere definito una vera e propria palestra di vita. La disciplina insegna una lunga serie di valori, che vanno dal rispetto per l’attrezzo sportivo a quello degli avversari.
L’ambiente favorisce sicuramente un processo di formazione personale, non solo a livello atletico: facciamo infatti crescere i futuri cittadini di domani.
Per questo motivo, tra i vari canali di avvicinamento che abbiamo, l’incontro con la scuola è sicuramente il più importante. Mi piace però sottolineare la valenza di tre progetti:
- Linea Verde. Vengono incontrate le classi tramite i dirigenti scolastici o i docenti di scienze motorie e si pianifica un appuntamento sul campo. Alla parte teorica fa subito seguito una parte pratica, che entusiasma maggiormente gli alunni.
- Shooting&Control. Portato avanti dalla Fitav Puglia, con l’intenzione di estenderlo su più regioni, vede il coinvolgimento formativo anche dei docenti. Come il Progetto Linea Verde, ci sono poi lezioni pratiche sul campo, ma partecipando assieme ai professori lo sforzo organizzativo è sicuramente maggiore.
- Neofitav. Un progetto ad ampio respiro, che permette a chiunque di avvicinarsi al tiro a volo. Penso sia un’opportunità unica, che suggerisco di provare.
Prima di imbracciare l’attrezzo sportivo rispettiamo il “rituale”
Questo è un consiglio utile che vi eviterà di incappare in rovinose cadute. Da un punto di vista generale, l’approccio alla pedana richiede molta attenzione già nella fase preparatoria, con il controllo dell’abbigliamento e del materiale tecnico.
Può sembrare un’operazione banale o scontata, ma non è così. Si tratta di un vero è proprio “rituale”, che è utile a costruire fin da subito il modo corretto per approcciarsi alla gara.
E ad entrare con il pensiero già pedana. Ciascun istruttore lo ripeterà all’infinito: la concentrazione deve essere assoluta fin dall’ingresso sul campo.
Liberare la mente da qualsiasi forma di pensiero in quei “magici” venti minuti di preparativi è un modo infallibile per crearsi uno schema mentale vincente.
“Tiro a volo, quanto mi costi?” Meno del previsto
Di base, per iniziare la pratica c’è la spesa per l’acquisto dell’attrezzo sportivo. In commercio si possono però trovare strumenti di tutti i prezzi e alla portata di tutti (per non parlare del mercato di seconda mano). Quindi diciamo che per muovere i primi passi non c’è bisogno di sborsare grosse cifre.
Inoltre, la Federazione sostiene la partecipazione alle gare con forti contributi economici, permettendo a tutti di “misurarsi ad armi pari”.
C’è poi l’ottenimento del porto d’armi ad uso sportivo, ma questa procedura è meno complicata e onerosa di quello che si possa pensare. Diversi genitori di ragazzi che si avvicinano alla disciplina provengono già dal tiro o dalla caccia e hanno quindi dimestichezza con le pratiche. Ma anche famiglie neofite si accostano allo sport con entusiasmo. L’adempimento burocratico non è difficile per nessuno.
L’approccio con l’attrezzo sportivo: evitiamo inutili ansie
Nel corso degli anni il termine “arma” è stato (giustamente) sostituito con uno più appropriato: attrezzo sportivo. Questa è già una differenziazione importante, che ci fa capire come il contatto con grilletto, calcio o munizioni non deve innescare le preoccupazioni dei genitori.
Dirò di più. Dal 1986, anno di nascita del Settore Giovanile Nazionale, non abbiamo mai avuto la necessità di intervenire a seguito di un incidente. Il tiro a volo è assolutamente sicuro, c’è un’attenta assistenza da parte dei tecnici e un’educazione all’utilizzo degli attrezzi sportivi.
L’uso di un attrezzo sportivo come il nostro viene spesso associato erroneamente ad un concetto di violenza. Frequento i campi di tiro da 40 anni e in questo lasso di tempo non ho mai assistito ad un episodio di violenza. Né fisica, né verbale. I ragazzi in pedana sono un esempio da imitare.
Mi piacerebbe parlarvi in futuro degli aspetti della sicurezza legati alla disciplina. Chissà, magari in un nuovo intervento su Shooting Post.
Il Settore Giovanile è il fiore all’occhiello della Federazione
Era il lontano 1986 quando l’allora Commissario Tecnico Sabino Panunzio lanciò l’idea di creare un movimento giovanile. I primi raduni e gare vedevano la presenza di pochissimi tiratori. Poi, con la Presidenza Rossi, il Settore è decollato, con un processo di crescita costante sia qualitativo che quantitativo.
Qui sono passati quasi tutti i fuoriclasse che si sono affermati a livello mondiale. Sarebbe riduttivo fare un breve elenco. E la lista è comune davvero troppo lunga.
Il successo è frutto sicuramente di una visione lungimirante di tutti i quadri federali. C’è un forte e significativo intervento economico a sostegno delle iniziative.
A questo interesse fa seguito uno staff nazionale competente e motivato, che opera in piena sintonia, riprogrammando ogni volta nuove strategie e obiettivi.
Poi c’è il modello organizzativo italiano, che è insuperabile. La nostra pianificazione è così capillare sul territorio che c’è una grossa efficienza.
Ricordo che alcuni anni fa eravamo in Australia a gareggiare. Il responsabile dell’allora squadra cinese mi chiese un’intervista proprio per studiare il nostro modus operandi. Sorpreso di come riuscissimo a portare avanti pratica sportiva e formazione ai massimi livelli. Senza tralasciare nessun aspetto.
I tiratori italiani sono ben organizzati, ben equipaggiati. Anche visivamente diamo all’esterno l’immagine di una squadra molto forte. E questo fattore fa salire le nostre quotazioni.
Quelle emozioni a contatto con i giovani tiratori
Chi come me ha la fortuna di formare i giovani ha un ricco bagaglio di emozioni, che crescono con lui ogni qualvolta stringe la mano ad un nuovo atleta.
Ho tantissimi ricordi, ma se dovessi scegliere di raccontarne qualcuno mi vengono subito in mente due episodi di Coppa del Mondo. Entrambi consumati nel campo di Suhl, in Germania. Suhl è una meta tradizionale per chi pratica il tiro a volo, perché ospita ogni anno alcune delle gare più prestigiose al mondo.
Era una giornata di pioggia, tipicamente invernale, nonostante fosse già estate. Tra i giovani tiratori al mio seguito c’era Gaia Ragazzini: era poco più di una bambina e stava per presentarsi in pedana per gareggiare con avversarie molto più titolate. Intanto scoppiò un diluvio. Sotto il temporale, Gaia riuscì ad eliminare, una dopo l’altra, tutte le tiratrici più blasonate sorprendendo noi per primi, che eravamo lì a soffrire con lei. Quella progressione fu unica.
La seconda storia interessa Valerio Palmucci, altra nostra grande promessa. A Suhl fece una prima serie discreta, poi in lui scattò qualcosa di magico. Fu un crescendo fino ad arrivare, in una finale straordinaria, a strappare la Coppa del Mondo.
Sono momenti indimenticabili per chi ha come me il privilegio di accompagnare dietro le quinte il cammino di questi ragazzi. Fino alla vittoria.
Il futuro? Sarà un gioco di squadra
Difficile dire dove andrà il nostro sport. Di certo la dirigenza nazionale si impegnerà ancora per far sì che gli atleti Azzurri conquistino altri grandi traguardi. Grazie anche alla nostra puntale organizzazione.
Su una cosa, però, sono certo. Attirare sinergie di squadra paga sempre. Quindi mi auguro in futuro che vengano cercate sempre di più forti collaborazioni con tutti gli attori di questo mondo. Ognuno, mettendo a disposizione le proprie esperienze, può dare quel qualcosa in più, capace di giovare a tutto il nostro movimento.
Autore
Alberto Di Santolo
Coordinatore nazionale del settore giovanile FITAV
Professore di educazione fisica ed esperto di posturologia, è il Coordinatore Nazionale del Settore Giovanile FITAV e responsabile nazionale della Formazione. Ha contribuito alla crescita ed allo sviluppo sportivo di diverse generazioni di grandi Campioni del nostro sport.
Un argento ed un oro ai giochi di Parigi 2024!
Le Olimpiadi di Parigi 2024 ci hanno lasciato dei ricordi indelebili e straordinari successi per la squadra italiana di tiro a volo. Gli atleti azzurri hanno dimostrato ancora una volta la loro eccellenza...
Il Tiro a Volo verso le Olimpiadi: i nomi dei nostri campioni!
La Federazione Italiana Tiro a Volo (FITAV) ha ufficialmente presentato la squadra che rappresenterà l’Italia alle Olimpiadi di Parigi 2024 il 27 giugno. I nostri atleti, suddivisi nelle specialità di trap e skeet,...
Dieci giorni di passione! Le gare di tiro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 dal 27 luglio al 5 agosto a Châteauroux
Le gare di tiro di Parigi 2024 inizieranno con la carabina a 10 metri e termineranno con il Mixed Team di Skeet. Saranno impegnati 340 tiratori nel nuovo impianto che si trova a...
A che età un ragazzo o una ragazza può cominciare tale disciplina?