Nel breve contenuto che stai per leggere abbiamo deciso di illustrarti cosa vuol dire per un tiratore avere scelto il Trap come disciplina. Quasi tutto il mondo del tiro al volo sia sportivo/agonistico che amatoriale si concentra verso la specialità del Trap o Fossa Olimpica.
Così, le prime informazioni che riceverai, dagli istruttori che ti seguiranno nel tuo percorso sportivo, riguarderanno il Trap. Si tratta infatti di una delle discipline più coinvolgenti per un tiratore, non per nulla la disciplina è definita la “Regina del Tiro”.
A questo punto ti starai chiedendo cosa ha di così speciale questa attività? Seguici e lo scoprirai.
Da dove deriva il nome Fossa Olimpica
Il Trap viene indicato come Fossa Olimpica, in quanto segue nel suo espletamento, regole ben precise così dettate dagli organi sportivi internazionali che ne fanno, appunto, una disciplina olimpica. Inoltre, in questo modo, la si può distinguere dalla Fossa Universale che è un’altra entusiasmante attività di cui parleremo in altre occasioni.
Come si pratica il Trap
Quando sarai pronto a completare una serie intera di piattelli, ti metterai senz’altro alla prova sulla fossa olimpica o Trap. Quasi tutta la teoria che hai appreso riguarda questa disciplina. L’attività si svolge in una postazione composta da cinque pedane con un tiratore per ogni pedana più uno di rincalzo. Si spara in successione e si scala via via di una postazione e si ricomincia fino a concludere la serie da 25 piattelli.
Il bersaglio nella Fossa Olimpica
Il bersaglio nel Trap viene chiamato dal tiratore attraverso un fonopull posizionato presso ogni pedana. Una volta chiamato, il piattello, uscirà istantaneamente dalla fossa, che si trova a 15 metri dalla postazione di tiro. Ognuna delle 5 pedane ha davanti un punto che indica l’uscita del piattello.
All’interno della fossa, per ogni postazione di tiro, sono posizionate tre macchine, quindi un totale di 15 macchine. In questo modo si possono avere diverse combinazioni di lanci sia per direzione che per altezza, laterali, dritti, bassi o alti.
La direzione dei lanci non sarà mai casuale, ma seguirà sempre delle traiettorie ben precise, pedana per pedana, a seconda dello schema che verrà selezionato per quella specifica gara che si sta affrontando, al contrario, invece, le sequenza dei degli stessi sarà gestita in modo casuale da una centralina elettronica, proprio per evitare qualsiasi interferenza manuale.
Resta sempre assodato che ogni tiratore, per equità, tirerà lo stesso tipo di piattello, magari in momenti diversi della serie, da ogni pedana (2 destri, 2 sinistri ed un centrale).
Anche durante l’allenamento dovrai abituarti alla presenza di persone vicino alla pedana che fungeranno da giudici di gara, ma soprattutto a quel fastidioso “beep” che segnala il piattello sbagliato. I piattelli colpiti o sbagliati, verranno segnati su un tabellone elettronico, che conteggerà anche il risultato finale della serie
La posizione nella Fossa Olimpica
Gli istruttori che ti avranno seguito durante il tuo percorso di approccio al tiro al volo, ti avranno reso edotto sui segreti della posizione da assumere in pedana. Tu, d’altro canto, l’avrai provata e riprovata ripetendo anche tutte le sequenze necessarie all’impostazione di imbracciata e puntamento dell’arma verso il punto di uscita.
Ricorda, infatti che un fucile ben saldo in spalla ed in equilibrio grazie alla posizione che avrai assunto, ti consentirà di attuare uno stile fluido che ti faciliterà nel brandeggio e nella capacità di rotazione del busto per poter essere subito in mira sui veloci bersagli.
Perciò evita gambe troppo divaricate e piedi larghi, la punta del sinistro è solo leggermente curvata verso destra e il destro è subito dietro.
La pistola del calcio ti consentirà di stringere il fucile e , durante la fase di imbracciata, guidarlo alla spalla, esattamente nell’incavo, mentre la sinistra per i destrorsi, posizionata a metà dell’astina completerà il sistema di leve del tuo corpo volto a creare un equilibrio stabile ed ottimale.
Curato tale aspetto, punterai l’arma dritta davanti alla tua postazione.
Tenendo il mirino al limitare della fossa, o 2-3 cm più in alto in modo da essere subito sopra al bersaglio appena si palesa.
Qual è il fucile da tiro per il Trap
Per cimentarti in questa disciplina ti occorre avere un fucile da tiro provvisto di canne lunghe e con strozzature strette (canne da 76 cm e strozzature 2**/1*).
Visto che molti modelli sono provvisti di strozzature variabili, mobil chokes, ti facciamo notare che in base alla foratura iniziale (li dove è la camera di scoppio) delle canne del tuo fucile, potrai optare anche per una strozzatura da 3*** in prima canna, specialmente se intendi colpire il bersaglio appena si palesa nel tuo campo visivo.
Di norma, però, le strozzature consigliate nella Fossa Olimpica sono quelle precedentemente indicate. Il calcio montato sul tuo fucile, sia esso in legno massello con misure fisse o un calcio regolabile opportunamente settato, sarà impostato per offrirti dei vantaggi nei tiri che dovrai effettuare sia sui montanti che sui traversoni.
Ti ricordiamo che grazie al progetto Neofitav, agli istruttori federali e alle aziende partner, come Beretta Caesar Guerini e Perazzi, avrai la possibilità di familiarizzare sui alcuni dei campi convenzionati con diversi modelli di arma in modo da renderti conto concretamente di ciò di cui stiamo trattando.
Quale munizione nella Fossa Olimpica?
Anche sull’aspetto munizioni potrai attingere alle nostre aziende partner, Fiocchi, B&P, Bornaghi, RC, Nobel Sport, Clever, Cheddite, rappresentano il meglio della produzione italiana ed internazionale.
Tieni sempre a mente, comunque, che il rendimento di una munizione dipende molto da foratura e strozzatura dell’arma che utilizzerai. Le munizioni per il Trap sono da 24 grammi e la numerazione del piombo predominante è il 7 ½ ma anche il 7 1/4 , mentre alcuni tiratori, soprattutto i velocisti, preferiscono in prima canna il piombo 8 in grado di fornire quel pallino in più che potrebbe fare la differenza.
Puoi infatti optare di utilizzare munizioni diverse tra prima e seconda canna, non solo per numerazione ma anche per prestazione.
Tuttavia oggi grazie alla possibilità di personalizzazione dei fucili da tiro lavorando sulle strozzature è possibile, sfruttandone una più larga e una più stretta, adeguare la rosata di una cartuccia in modo che sia ottimale a distanze diverse (30/32 e 34/36 metri).
Quale tecnica utilizzare per il Trap
Una volta che avrai appreso i rudimenti del tiro al volo, si tratta di affinare con la pratica e l’esperienza il tuo stile e la tua tecnica sulla base della specialità che vorrai svolgere. È certo, comunque, che la Fossa Olimpica, rispetto alle altre discipline, lasci ancora meno spazio all’approssimazione richiedendo sempre concentrazione al massimo e un’ottima conoscenza dei bersagli e delle traiettorie.
I piattelli più difficili con cui ti dovrai confrontare sembrano essere i laterali molto angolati, ma spesso i laterali montanti come anche il centrale ti possono giocare delle sorprese se li sottovaluti. Inoltre, svolgendosi tale disciplina sportiva all’aperto, ricorda che le condizioni climatiche influiscono non poco rendendo ancora più difficile il tuo compito. Scarsa visibilità, effetto della luce, ma soprattutto il vento, influiranno moltissimo sulla traiettoria dei bersagli.
Per ottenere dei risultati in modo progressivo nel Trap, è necessaria avere esperienza ed allenamento. Ma la ripetizione meccanica di serie e tiri non ti aiuterà a crescere se non riuscirai ad analizzare e comprendere il funzionamento e il meccanismo che regola tutta l’impostazione del tiro al volo e del Trap in particolare. Quindi meglio fare meno serie, magari riprovando più volte i tiri su quei bersagli “difficili”, ma lavorando con cognizione di causa e non in modo ripetitivo e illogico.
Autore
Saro Calvo
Tiratore amatoriale e scrittore
Siciliano, classe 1975, vive nel sud est dell’isola in provincia di Ragusa dove lavora presso uno studio di consulenza, ed esercita con passione l’attività venatoria con 26 licenze all’attivo. Molto legato al proprio territorio, pratica la caccia col cane da ferma alla stanziale e alla migratoria. Si è appassionato, negli ultimi anni, all’uso del calibro 28 in tutte le forme di caccia e alla ricarica domestica, sempre alla ricerca della giusta munizione. Convinto lettore, ama approfondire tematiche riguardanti l’ambiente, la cinofilia, la ricarica e la caccia vissuta in tutte i suoi aspetti, anche quelli letterari. Sostenitore del connubio caccia/ricerca scientifica, dalla passata stagione venatoria fa parte del gruppo di monitoraggio per la beccaccia della provincia di Ragusa, in collaborazione con l’Unione per la Beccaccia e la FANBPO.
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