Sei ancora all’inizio della tua carriera di tiratore? Devi sapere, allora, che il tiro al piattello è uno sport e come tutte le attività sportive richiede un corretto e costante allenamento per poter ottenere dei buoni risultati.
Quale allenamento per il tiro al piattello
L’allenamento fondamentale nella pratica del tiro al volo consiste, senza alcun dubbio, nella pratica continua sul campo.
Maggiore sarà il numero di piattelli a cui si sarà sparato, maggiore sarà la confidenza con l’arma, con l’ambiente del campo da tiro, con il colpo d’occhio e la traiettoria dei bersagli.
Però, se un allenamento che si limita allo sparo e al macinare serie su serie di piattelli risulta essere necessario, è anche vero che potrebbe essere non sufficiente; soprattutto se la struttura portante, cioè il tiratore stesso, si mostra poco “atletico”.
Sembra strano che per un’attività pressoché statica, si debba pensare a un allenamento del corpo; invece, vale proprio il contrario, per praticare il tiro al volo, un corpo allenato e tonico è più capace di tenere saldamente l’arma puntata, capace di brandeggiarla in modo fluido e disinvolto, capace di trattenerla assorbendo l’energia del rinculo, e tutto questo per centinaia di volte in un giorno.
Inoltre, è ormai risaputo che per sostenere la tensione della gara, le difficili e lunghe sessioni, per resistere meglio alla fatica e allo stress agonistico, per mantenere la concentrazione costante e ad alto livello è necessario che il fisico del tiratore sia ben allenato.
Infatti se l’arma è lo strumento di questo sport, il corpo ne è la struttura portante, il sostegno ma anche il tramite per raggiungere dei buoni risultati. Per farti comprendere meglio l’importanza che esso riveste, abbiamo deciso di dividere il corpo in due sezioni, il tronco superiore e quello inferiore.
Allenare il tronco superiore del corpo
Si tratta di una parte importantissima per il tiratore, stiamo parlando infatti di quel tratto anatomico che va dal baricentro del corpo, l’ombelico, alla testa.
È la parte da cui inizia tutto il movimento necessario all’aggancio dei piattelli grazie alla torsione che ti consentirà di coprire e superare il bersaglio in tempo utile per colpirlo. Addominali, dorsali, spalle, braccia, collo e soprattutto testa rappresentano le parti fondamentali per raggiungere i tuoi risultati nello sport del tiro al volo.
Avendo così ben compreso di cosa stiamo parlando, dovrai praticare un allenamento che preveda esercizi in grado di migliorare e potenziare le parti necessarie.
Partiamo allora dagli addominali, dei muscoli molto importanti, sia frontali che laterali. Rappresentano la base del tronco superiore e ne sono per certi versi il sostegno. Questi dovranno essere ben allenati, in quanto, come detto sono importantissimi per favorire la rotazione istantanea del busto sui bersagli laterali. Ti consentiranno, non solo di essere elastico e subito in mira, ma di ottenere anche un movimento fluido e continuo necessario per eventuali recuperi di seconda canna.
I muscoli lombari non ti agevoleranno solo per rinforzare la schiena aiutandoti a scaricare più facilmente tensione e fatica, ma ti consentiranno di sostenere il corpo sia quando si trova nella fase statica prima dello sparo, sia quando si muove per agganciare il bersaglio.
Braccia e avambracci, sono ovviamente le parti di sostegno dell’arma. Aiutano a tenere il fucile incollato al corpo. Devono essere ben allenate perché in questo modo si aumenta la capacità di brandeggio, diminuendo la sensazione di fatica derivante dal lungo maneggio dell’arma.
Degli arti forti ti consentiranno anche di ridurre l’effetto di rotazione che produce l’arma dopo la detonazione.
Ci sono diversi modi per allenare le braccia, il più semplice consiste nel brandeggiare l’arma diverse ore al giorno, scarica, seguendo la traiettoria di piattelli chiamati a vuoto, tante volte fintanto che non si memorizza il movimento.
Con questo esercizio, inoltre, migliorerai anche la tua familiarità con il fucile.
Spalle, pettorali e collo rappresentano quelle parti del tronco che incassano l’arma nel corpo conferendole stabilità e che assorbono il rinculo dopo lo sparo. È chiaro che se ben allenati, i muscoli delle spalle soprattutto e i grandi pettorali, consentiranno un migliore assorbimento di questa forza contraria riducendone gli effetti negativi su tutto il corpo.
Infine passiamo alla testa! Questa parte possiede due organi fondamentali non solo per il tiro al volo: gli occhi e il cervello.
Anche questi dovranno essere ben allenati perché, quando ti trovi sul campo da tiro, nella tua postazione, subito dopo aver pronunciato il fatidico “pull”, questi dovranno trasformarsi nel tuo radar e nella tua centrale di elaborazione, trasmettendo al corpo un comando corretto e immediato.
Un buon allenamento potrà essere effettuato con i consigli di un personal trainer (soluzione sempre consigliata). Questo ti consentirà di rafforzare il corpo, rendere più fluidi i movimenti, memorizzando quelli corretti ed eliminando quelli scorretti.
Allenare il tronco inferiore
Solo apparentemente questa parte del corpo sembra poco interessante per la riuscita di questo sport. Qui individuiamo gli arti inferiori, cioè le gambe. Essendo il sostegno di tutto il corpo, saranno i loro muscoli che sopporteranno il peso del corpo, aumentato da quello dell’arma, durante le sessioni di allenamento e le gare.
Durante la posizione di puntamento, poco prima della chiamata, grazie a dei quadricipiti ben allenati e tonici otterrai solidità e fermezza nella posizione assunta in pedana, questa sarà la base necessaria su cui si avviterà il movimento fluido ed efficace del resto del corpo.
Tecnici e istruttori posso mostrarti degli utili esercizi di stretching da fare anche impugnando l’arma scarica, utilissimi per distendere il corpo, allontanare la fatica e lo stress muscolare e in grado di aumentare la tua confidenza con l’arma.
Un corpo in buona forma fisica consente di mantenere un equilibrio costante e duraturo delle prestazioni. Ha una capacità di recupero dalla fatica molto più breve; consente al tiratore di assumere sempre una posizione salda.
Mi sembra di aver delineato un quadro abbastanza completo di cosa significhi allenamento per un tiratore, potrai chiedere maggiori dettagli e informazioni sui campi di tiro convenzionati con il progetto Neofitav grazie alle prime lezioni con un istruttore federale.
Per concludere
Un ultimo consiglio che voglio darti riguarda l’approccio mentale da tenere. La pratica del tiro al volo, pur nella sua complessità rimane pur sempre un’attività sportiva che deve essere affrontata serenamente.
La mente, infatti, gioca un ruolo importantissimo in tutta la prestazione agonistica.
Attraverso gli occhi è lei che detta i movimenti a tutto il corpo una volta che il bersaglio viene visualizzato ed elaborato.
Un corpo ben allenato serve perché la risposta sia pronta ed efficace all’ordine del cervello, ma una mente serena e rilassata, non offuscata da pensieri, farà in modo che tra stimolo e risposta passi il più breve tempo possibile.
Buon divertimento!
Autore
Saro Calvo
Tiratore amatoriale e scrittore
Siciliano, classe 1975, vive nel sud est dell’isola in provincia di Ragusa dove lavora presso uno studio di consulenza, ed esercita con passione l’attività venatoria con 26 licenze all’attivo. Molto legato al proprio territorio, pratica la caccia col cane da ferma alla stanziale e alla migratoria. Si è appassionato, negli ultimi anni, all’uso del calibro 28 in tutte le forme di caccia e alla ricarica domestica, sempre alla ricerca della giusta munizione. Convinto lettore, ama approfondire tematiche riguardanti l’ambiente, la cinofilia, la ricarica e la caccia vissuta in tutte i suoi aspetti, anche quelli letterari. Sostenitore del connubio caccia/ricerca scientifica, dalla passata stagione venatoria fa parte del gruppo di monitoraggio per la beccaccia della provincia di Ragusa, in collaborazione con l’Unione per la Beccaccia e la FANBPO.
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