Dire che un fucile è uguale all’altro solo perché tutti e due servono a sparare è come dire che la pallacanestro è uguale al calcio perché comunque si gioca con una palla.
Ogni modello di fucile da tiro ha caratteristiche diverse, a seconda della specialità per la quale è stato progettato.
Ogni disciplina, infatti, ha le sue regole e, per massimizzare le performance, l’arma deve essere adatta ai diversi scenari che, realisticamente, potrebbero presentarsi.
Tra tutte le modifiche che si possono fare su un fucile, una delle più frequenti è il cambio di strozzatura, un’opzione che, a dirla tutta, viene spesso considerata molto più banale di quanto lo sia in realtà.
Il motivo per il quale solitamente si cambia uno strozzatore è per variare il diametro di una determinata canna, in modo da allargare o stringere la rosata dei pallini di una cartuccia a una certa distanza dallo sparo.
Per determinare quale sia lo strozzatore migliore per i propri obiettivi, occorre prima fare alcune considerazioni. Una cosa meno semplice di ciò che si potrebbe pensare.
L’obiettivo: rompere il piattello
Innanzitutto occorre capire che, al di là del colpire o non colpire il bersaglio, c’è tutta una gamma di possibilità nella rottura del piattello: da una vera e propria polverizzazione alla rottura a metà, fino alla semplice rottura di un pezzettino.
Un piattello “sfumato” di solito è stato colpito da una quantità di pallini maggiore rispetto a uno rotto a metà e, generalmente ma non sempre, ciò è dovuto ad una strozzatura più stretta.

Dico “non sempre” perché la distribuzione dei pallini dipende anche da altre variabili, come la qualità di fabbricazione di una cartuccia.
Attenzione: proprio quest’ultima caratteristica viene alterata spesso da fattori imprevedibili. Ad esempio, possono esserci variazioni nella quantità di polvere oppure nella quantità o qualità dei pallini dentro le cartucce, anche all’interno dello stesso lotto di fabbricazione.
Quale strozzatore scegliere
Ora che siamo sicuri del perché vogliamo cambiare strozzatore, prima dell’acquisto dobbiamo considerare gli effetti secondari e le possibili controindicazioni causati dal nuovo strozzatore, una volta montato sul nostro fucile preferito.

Peso e dilatazione termica
Uno degli aspetti da considerare è la differenza di massa tra uno strozzatore e l’altro.
Anche se le differenze di peso sono quasi sempre bassissime, la posizione in cui il pezzo viene collocato è all’estremità della nostra arma sportiva. È quindi consigliabile controllare il bilanciamento del fucile subito dopo avere sostituito lo strozzatore.
I diversi materiali utilizzati per la produzione del pezzo ne influenzano la massa, a parità di forma e dimensioni. Non solo, essi ne determinano anche il coefficiente di dilatazione termica.
Occorre quindi fare attenzione ad evitare strozzatori mal accoppiati alla nostra canna, considerando che essa è già stressata nelle sue pareti interne dalla pressione e dagli attriti.
Può essere un problema, soprattutto quando la canna viene afferrata dalle nostre mani…
Prove ed errori
Per riuscire a trovare lo strozzatore giusto, il metodo più affidabile da seguire resta quello scientifico, attraverso prove empiriche. Consigliamo cioè di provare i possibili strozzatori prima dell’acquisto, sparando contro una placca che poi va controllata per confrontare i risultati.
Più prove si fanno, più affidabile sarà la nostra indagine, meglio prenderemo la decisione finale. Ci vuole molta pazienza e parecchio tempo per contare i pallini in una rosata di dispersione, ma ne vale la pena.
La marca
Il consiglio finale è di usare solo gli strozzatori della stessa azienda produttrice del fucile o comunque quelli consigliati dalle marche più riconosciute e testate dai tiratori di alto livello.
Le conseguenze dell’utilizzo di prodotti poco affidabili, soprattutto se in mano ai meno esperti, possono essere molto gravi. Non è in pericolo solo la propria arma, ma anche la sicurezza del tiratore.
Autore

Gianluca Dapelo
Tiratore e ingegnere
Nato a Dicembre 1989 in Concepción, Cile, una città con poca attività tiravolistica che ha forzato il dovere di imparare le diverse scienze e dinamiche dell’arma, dell’atleta e dello sport; due titoli di campione nazionale della F.O.
Trasferito temporalmente in Italia il 2019 per allenamento, con l’ambizione di vincere una carta olimpica per Tokyo e poi, definitivamente il 2020 con l’aspirazione di collaborare nello sviluppo del tiro.
Nell’allenarsi da solo come tiratore pseudo-professionista ha scoperto un sistema di allenamento gratuito che l’ha aiutato ad alzare sostanzialmente il suo livello di performance ed ha trovato la possibilità di collaborare direttamente con detto progetto: Shooting Data.
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