Abbiamo intervistato Mauro Perazzi che insieme con sua sorella Roberta e suo figlio Nicola, guida la Armi Perazzi, fondata da suo padre Daniele. L’azienda bresciana, con sede a Botticino Mattina, detiene il record di medaglie Olimpiche e internazionali conquistate finora dai propri tiratori.
Mauro, come è nata la Armi Perazzi?
La Perazzi era il sogno di mio padre che fin da giovanissimo voleva diventare armaiolo. A sedici anni trovò lavoro come magazziniere in una grande azienda del settore e poco tempo dopo aveva già progettato un fucile suo.
Si mise in proprio e allestì il primo laboratorio nella cucina di casa dove produsse il primi esemplari da tiro che, insieme con la moglie Lucia, portava sui vari campi da Tiro a Volo per farli provare ai tiratori che ben presto cominciarono ad apprezzarne le qualità.
Nel 1957 Daniele Perazzi fondò la Armi Perazzi, i primi importanti successi non tardarono ad arrivare tanto che nel 1964 Ennio Mattarelli conquistò l’oro olimpico ai giochi di Tokyo.
In cosa consiste esattamente la “Perazzi Experience”?
La Perazzi Experience è l’elemento distintivo della nostra filosofia aziendale. Ogni cliente, ogni tiratore che si rivolge a noi per scegliere, ordinare, ritirare un fucile o per fare un calcio nuovo, che sia da tiro o da caccia, può venire in fabbrica e seguire dal vivo le fasi di messa a punto e customizzazione della sua nuova arma o dei nuovi legni.
La prima fase è determinata dalla rilevazione delle ‘misure’ che avviene grazie a un ‘full adjustable gun’ fucile multiregolabile che ci consente di calibrare la nuova arma e i nuovi legni sulle caratteristiche fisiche e tecniche del tiratore.
La seconda fase consiste nell’accompagnare il cliente nella nostra stanza dei legni, un caveau blindato dove i nostri abbozzi di noce della migliore qualità e con diversi tipi di venatura e tonalità, possono essere scelti a seconda dei vari gusti e delle varie esigenze. Devo dire che questo è uno dei momenti preferiti dai nostri clienti.
Alcuni impiegano anche un’ora prima di scegliere l’abbozzo del loro futuro calcio. In ogni caso sono sempre guidati da noi che li consigliamo in base al modello di fucile ordinato.
I legni vengono immediatamente introdotti in sofisticate macchine a controllo numerico per una prima fase di lavorazione e tornitura per poi passare nelle mani dei nostri maestri calcisti per l’incassatura e la finitura.
In poche ore siamo in grado di consegnare il calcio e l’asta realizzati su misura per il fucile del cliente che può immediatamente testarli nel nostro tunnel di sparo per verificarne le rosate in placca ma anche sul nostro campo da tiro adiacente la fabbrica e che è predisposto per le principali discipline tiravolistiche.
Siamo l’unica azienda produttrice di fucili per caccia e tiro ad avere un proprio campo di prova in sede. E questo è molto utile poiché il tiratore può tornare subito al banco e chiedere al nostro responsabile del servizio assistenza le modifiche che ritiene necessarie, per esempio sgrossare una pistola o abbassare la piega, sempre che non si sia scelto un calcio regolabile.
Opzione che consiglio soprattutto per il tiro.
Come viene costruito e personalizzato un fucile da tiro a volo adattandolo alle diverse discipline di questo sport?
Nel Tiro a Volo le specialità sono numerose, lo Skeet e il Trap sono le due discipline Olimpiche mentre il Compak, lo Sporting, l’Elica, la Fossa Universale e il Trap Americano sono le discipline amatoriali. I fucili si differenziano dalla lunghezza delle canne, le pieghe del calcio e le strozzature.
Nella Fossa Olimpica o Trap, la disciplina più praticata soprattutto in Italia, il fucile pesa poco meno di 4 chili in totale, con le canne che hanno una lunghezza di 75 cm, strozzature che in genere variano dai 7-8/10 di prima canna e 10/10 di seconda o montano eventuali strozzatori intercambiabili su richiesta del cliente. La bindella può essere piana, regolabile o con un’altezza specifica a seconda delle esigenze del tiratore.
Nello Skeet fino a poco tempo fa si prediligevano canne che andavano dai 70 ai 72 cm di lunghezza, oggi con le nuove regole internazionali produciamo canne che possono arrivare anche a 73-75 cm con o senza strozzatori intercambiabili.
Per la Fossa Universale il fucile è praticamente lo stesso che si utilizza nella Fossa Olimpica. Così come per l’Elica anche se in questa disciplina si possono utilizzare canne leggermente più corte.
Diverso è il discorso per lo Sporting e il Compak poiché si utilizzano canne che possono partire da una lunghezza di 75 cm per arrivare anche a 78 se non addirittura 80-81 cm. Mentre il peso dell’intera arma è più o meno lo stesso del Trap al massimo qualche decina di grammi in più.
Per il Trap Americano produciamo in prevalenza fucili combinati, canna sovrapposta da 80 cm e canna singola da 86 o addirittura 89 cm.
Per quanto riguarda le pieghe dei calci, nel Trap e nella Fossa Universale, dove si chiama il bersaglio a fucile già imbracciato, si prediligono calci leggermente più dritti rispetto a quelli dello Skeet, dello Sporting e del Compak in cui i piattelli vengono chiamati a fucile ancora da imbracciare.
C’è differenza tra i fucili che preparate per gli atleti professionisti e quelli che sono destinati ai tiratori amatoriali?
Questa è una domanda che mi fanno molto spesso. I nostri fucili sono uguali per tutti, non esistono fucili Perazzi di serie A e di serie B! Il tiratore professionista o il neofita o il tiratore amatoriale imbracciano esattamente gli stessi fucili. Ne produciamo solo sette al giorno anche per questo motivo.
La cura e l’attenzione che riserviamo alla realizzazione di ogni esemplare è un mix di alta tecnologia e artigianato che impiegano un processo di lavorazione molto lungo tanto che, una volta scelto e ordinato e a seconda del modello, la consegna di un nostro esemplare, va dai 6 mesi a un anno per particolari modelli incisi.
A tal proposito vi racconto un episodio emblematico che risale a giugno 1996.
Un allora giovane tiratore australiano di nome Michael Diamond a 15 giorni dalla sua partecipazione alle Olimpiadi, avendo un problema all’arma con cui gareggiava abitualmente, ci chiese di poter utilizzare un nostro fucile. Poco dopo venne da noi in fabbrica, dove gli consegnammo un modello MX8 di magazzino sul quale preparammo calcio e asta su misura.
Poco tempo dopo Michael conquistò il suo primo oro olimpico ad Atlanta, cui fecero seguito le innumerevoli vittorie in campo internazionale e il suo secondo oro olimpico vinto a Sydney 2000.
E questo è avvenuto anche con altri tiratori di fama mondiale come David Kostelecky, Alexey Alipov e tanti altri. Le caratteristiche tecniche dei nostri fucili sono le stesse, il processo di lavorazione è uguale, il processo produttivo è identico, cambia la personalizzazione delle parti in legno.
Uno degli argomenti più discussi sui social o sui campi da tiro è quello relativo alle canne, ai profili interni, agli acciai utilizzati e il fatto che da buone canne dipenda il rendimento di un fucile, è così?
Certo e, ripeto, un discorso è produrre 7 fucili al giorno dunque 7 canne al giorno, altro è produrne 150, 200 se non di più. Raddrizziamo indistintamente tubo per tubo di ogni fucile al bilanciere, ed è un lavoro che può essere fatto con cura e precisione solo e unicamente attraverso l’occhio umano.
Per produrre le nostre canne utilizziamo innanzitutto acciai speciali trilegati che riescono a combinare resistenza ed elasticità. Si parte da una barra di 4 metri che viene tagliata, a seconda della lunghezza che occorre, viene poi forata con una punta a cannone e infine alesata all’interno per poi essere tornita esternamente. I due tubi vengono dunque saldati al monoblocco con un’operazione eseguita a induzione, a circa 750/780°.
Al termine di queste quattro fasi di lavorazione arriva il momento della saldatura della bindella e dei bindellini. Da sempre abbiamo optato per i sistemi di una volta che riteniamo migliori in assoluto. Sono scelte produttive che possiamo permetterci proprio perché realizziamo pochi esemplari quotidiani.
La saldatura è effettuata a mano, con lo stagno, ad una bassa temperatura che arriva al massimo a 180/200° per tanto le proprietà organolettiche, la qualità e l’elasticità degli acciai rimangono invariate. La saldatura a stagno ci permette inoltre di essere ultra precisi e di ottenere una resa balistica eccellente e un punto di impatto della rosata perfettamente centrato.
Producendo solo 7 fucili al giorno possiamo permetterci questo tipo di lavorazione che è sicuramente più artigianale ma la cui resa è altamente performante e ciò ha fatto di noi l’azienda con il più alto numero medaglie nazionali e internazionali vinte dai nostri tiratori.
Aldilà della fama che abbiamo, sono i risultati a fare la differenza.
Foratura e strozzature possono impattare sul rendimento di un fucile da tiro?
Come dicevo, le nostre lavorazioni sono artigianali e frutto di lunghi studi balistici effettuati sia in fabbrica che sul campo anche insieme ai nostri tiratori professionisti più importanti. Proprio grazie ai continui studi che facciamo periodicamente, ci siamo accorti che le nuove esigenze si orientavano verso canne che fossero in grado di produrre un impatto più potente sul piattello ma con rinculi comunque ridotti.
Ed ecco che il nostro ultimo prodotto, evoluzione dell’MX8, nostro fucile da competizione per eccellenza, è il Perazzi High Tech che è nato dopo una serie di prove balistiche differenti ed effettuate su diversi tipi di bersaglio a pasta più o meno dura e a diverse distanze e velocità. Abbiamo optato per camere magnum con anima 18.6 al fine di ottenere una penetrazione del piombo più profonda ma con un minor rinculo, garantendo una rosata compatta e una perfetta distribuzione dei pallini.
Lanciato sul mercato nel 2016, con il nuovo High Tech nel solo 2017 abbiamo vinto 6 titoli mondiali in diverse discipline.
Qual è la prassi per ordinare un Perazzi?
La vendita dei nostri fucili non è diretta. Per quanto riguarda l’estero, che rappresenta il 90% del nostro mercato, bisogna passare attraverso la rete dei nostri importatori mentre in Italia è necessario rivolgersi presso una delle tante armerie dislocate nelle varie regioni.
Che tipo di legni utilizzate per i vostri fucili?
Utilizziamo noce proveniente da alberi secolari che hanno circa 300/400 anni di vita. La selezione dei legni la faccio io personalmente insieme con mio figlio Nicola così come mio padre la faceva con me ancora ragazzo. Ed è da lui che ho imparato a scegliere pezzo per pezzo, a classificarlo e catalogarlo.
Una volta arrivati in fabbrica, gli abbozzi vengono essiccati nei nostri forni di stagionatura per abbattere l’umidità, ciclo che dura circa 4 mesi al termine dei quali vengono piallati e riclassificati per poi essere esposti nella nostra stanza blindata dove i clienti possono sceglierli in base al tipo di fucile ordinato ma anche al loro gusto e alle loro esigenze.
Nel giro di mezza giornata siamo in grado di fornire calcio e asta su misura a ogni tiratore. Per elasticità, peso specifico e bellezza il noce è considerato il legno più adatto per questo tipo di lavoro.
Quanti fucili producete da tiro e quanti invece per la caccia?
Produciamo all’80% fucili da tiro e il restante 20% lo dedichiamo al mercato della caccia dal quale abbiamo grandi riscontri poiché vi trasferiamo l’esperienza dei fucili da competizione riuscendo a realizzare fucili robusti e affidabili con una resa balistica eccezionale anche in ambito venatorio e una eleganza data dalla grande tradizione dei maestri incisori italiani.
La perfetta fusione tra stile e alte prestazioni è senza dubbio ciò che rende anche i nostri fucili da caccia molto apprezzati soprattutto all’estero e questo ci inorgoglisce particolarmente.
In ogni caso, che sia per il tiro o per l’attività venatoria il nostro lavoro lo svolgiamo ogni giorno con infinita passione nel nome di Daniele, come faceva lui che, da zero, in meno di 60 anni, è riuscito a realizzare un brand completamente italiano, conosciuto e stimato in tutto il mondo.
Autore
Saro Calvo
Tiratore amatoriale e scrittore
Siciliano, classe 1975, vive nel sud est dell’isola in provincia di Ragusa dove lavora presso uno studio di consulenza, ed esercita con passione l’attività venatoria con 26 licenze all’attivo. Molto legato al proprio territorio, pratica la caccia col cane da ferma alla stanziale e alla migratoria. Si è appassionato, negli ultimi anni, all’uso del calibro 28 in tutte le forme di caccia e alla ricarica domestica, sempre alla ricerca della giusta munizione. Convinto lettore, ama approfondire tematiche riguardanti l’ambiente, la cinofilia, la ricarica e la caccia vissuta in tutte i suoi aspetti, anche quelli letterari. Sostenitore del connubio caccia/ricerca scientifica, dalla passata stagione venatoria fa parte del gruppo di monitoraggio per la beccaccia della provincia di Ragusa, in collaborazione con l’Unione per la Beccaccia e la FANBPO.
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Grande Saro Calvo, solo lui può disegnare a parole la nostra Arte … quella della caccia, della ricarica e la passione per i cani …
una domanda mi viene spontanea fino a che età si può frequentare come neofita un campo di tiro a volo senza essere deriso dagli 0e più 0.Comunque da questa lettura ho acquisto diverse nozioni ; complimenti.
Non ho capito quali possano essere le virtù organolettiche di un acciaio, saluti
Conosco benissimo PERAZZI. Sono stato uno dei primissimi acquirenti del MAP SC1.Poi il grado 3 e il grado 4. Su Perazzi è già stato detto tutto.
NE HO AVUTI 4 n1 MESSICO 8 N1 SC1 N,2 SC3 E STO TRATTANDO N1 SCO USATO IN BUONISSIME CONDIZIONI FUCILE ECCEZIONALE
FUCILI ECCEZIONALI AZIENDA CON PERSONALE QUALIFICATISSIMO SEMPRE DISPONIBILE ALLE ESIGENSE DEL CLIENTE