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Il piattello si rompe con la mente, è davvero così?

28 Settembre 2021
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Rompere il piattello con la mente, davvero si può?

Il tiro a volo, sulla base delle caratteristiche fisiologiche-biomeccaniche, può essere classificato come sport posturale e di precisione e rientra nelle attività di destrezza con scarso impegno muscolare, bassa percentuale di masse muscolari impegnate e bassa forza muscolare distrettuale richiesta.

Tuttavia, in questa classificazione non viene tenuto conto dell’impegno mentale che il tiratore deve mettere in gioco durante gli allenamenti e soprattutto, le gare.

Il piattello si rompe con la mente, è davvero così?

Preparazione tecnica

Può essere vista come un’unica azione, che inizia quando il tiratore entra in pedana e termina nel momento in cui avviene lo sparo.

Il piattello si rompe con la mente, è davvero così?

Per farla comprendere ad un neofita, può essere suddivisa in sei fasi principali:

  1. Ready position: posizione posturale assunta dal tiratore in pedana e primo contatto con l’arma. La posizione assunta da parte dell’atleta è personale e dovrà essere ripetuta per ogni colpo sparato.
  2. Presa dell’arma: il tiratore afferra in modo solido l’arma e crea un tutt’uno con essa.
  3. Volo del piattello: appena effettuato il richiamo da parte del tiratore (si consiglia un richiamo uguale per ogni piattello chiamato), nell’arco di qualche decimo di secondo si avrà il lancio del piattello da parte delle macchine.
  4. Movimento iniziale dell’arma: fase fondamentale del tiro dove il movimento deve essere scorrevole, controllato e sincronizzato verso il piattello (il corpo del tiratore e l’arma devono diventare un tutt’uno e si devono muovere in sincronia).
  5. Transizione del piattello: momento in cui, durante l’inseguimento, il piattello viene superato con le canne del fucile.
  6. Sparo: fase in cui il tiratore, in base alla distanza, all’angolazione del piattello ed alle condizioni ambientali, deciderà di premere il grilletto.
Il piattello si rompe con la mente, è davvero così?

Preparazione fisica

Riguarda la programmazione dell’allenamento volto a curare, gestire e potenziare le qualità fisiche, sia generali che specifiche, degli atleti che praticano un determinato sport.

Ogni sport è caratterizzato da una preparazione fisica funzionale, specifica per le fasce muscolari e l’impegno fisico richiesto durante gli allenamenti e le competizioni sportive.

Nel tiro a volo, per raggiungere un alto livello prestativo, risulta di fondamentale importanza allenare la reattività oculo-manuale, l’equilibrio/propriocezione e la capacità aerobica, oltre che effettuare delle sedute specifiche di potenziamento muscolare per le aree anatomiche maggiormente coinvolte durante l’azione tecnica di tiro.

Rompere il piattello con la mente: Enrico Lugli

Preparazione mentale

Obiettivo, rimanere concentrati!

La preparazione mentale, chiamata anche Mental Training o allenamento psicofisiologico è fondamentale in tutti gli sport, soprattutto in quelli di precisione come il tiro a volo.

L’allenamento psicofisiologico ha come obiettivo principale quello di fornire le competenze al tiratore per gestire al meglio le emozioni, così da permettere all’atleta di ottenere il massimo durante la prestazione sportiva.

Nel tiro a volo, come per il tiro con l’arco, il controllo dell’attenzione e delle emozioni sono stati considerati come i più importanti fattori psicologici che dominano la performance durante la fase di avvio dell’azione tecnica e dello sparo/tiro.

Il piattello si rompe con la mente, è davvero così?

Perciò, possiamo dire che il piattello si colpisce con la mente?

In base alle considerazioni fatte possiamo dire che, per colpire un piattello entrano in gioco moltissimi fattori e solo se ben equilibrati tra loro permetteranno al tiratore di raggiungere degli ottimi risultati sportivi.

Si, ci sono delle eccezioni, però non devono essere considerate come se fossero la normalità.

Abbiamo atleti di altissimo livello che, nonostante il poco allenamento fisico, tecnico e mentale, riescono a raggiungere risultati eccellenti, però, la maggior parte degli atleti devono impegnarsi molto ed essere seguiti da tecnici specializzati, in grado di organizzare in modo preciso e scrupoloso la programmazione annuale dell’allenamento, per avere la possibilità di esprimere la loro massima performance durante il periodo agonistico.

Il piattello si rompe con la mente, è davvero così?

La preparazione fisica e tecnica, grazie ad un buon preparatore ed un allenatore possono essere migliorate con il tempo in modo graduale, invece, per quel che riguarda l’allenamento mentale, il lavoro da effettuare potrebbe risultare più complesso, soprattutto per la capacità dell’essere umano di cambiare in modo repentino il proprio stato d’animo.

Un atleta d’élite viene addestrato a mantenere sempre la calma e la concentrazione durante una competizione sportiva, anche in caso di altissimo stress psico-fisiologico.

Invece, la maggior parte degli atleti non hanno questa consapevolezza e nel momento in cui si troveranno ad affrontare delle difficoltà, non avranno la capacità di gestire in modo corretto lo stress e la probabilità di commettere errori sarà molto elevata.

Pertanto: il piattello si colpisce con la mente?

NO, non si colpisce solo con la mente, ma anche con il fisico e la tecnica.

Se invece volessimo riformulare la domanda in: la gara si vince con la mente?

In questo caso potremmo rispondere SI, perché quel piattello in più che ti permetterà di raggiungere il più alto gradino del podio, farà parte di tutti quei piattelli sparati mantenendo un’altissima concentrazione.

Il piattello si rompe con la mente, è davvero così?

Bibliografia:

Dal Monte, A. 1969. «Proposta di una classificazione ad orientamento biomeccanico delle attività sportive.» Med. Sport. 22: 501-509.
Micheli, M. 2016. «La tecnica di tiro.» International Shooting Sport Federation (ISSF) course D-level.
Monzoni, R. 2020. «Il controllo del corpo e delle emozioni.» Caccia&Tiro 7: 36-37.
Monzoni, R. 2019-1. «Potenziamento muscolare.» Caccia&Tiro 11: 38-39.
Monzoni, R. 2019-2. «Tiro a volo: tecnica di tiro e muscolatura coinvolta.» Caccia&Tiro.

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Autore

rpt

Riccardo Monzoni

Ricercatore e consulente scientifico-sportivo

Ricercatore e Consulente scientifico-sportivo, originario di Tolentino, classe 1989. Dopo l’istituto tecnico informatico ha proseguito gli studi in Scienze Motorie, conseguendo la laurea triennale in Scienze Motorie Sportive e della Salute (L-22) e quella magistrale in Scienze dello Sport (LM-68). Successivamente vincitore di una borsa di studio presso l’Università degli studi di Urbino, dove ha conseguito il Dottorato di Ricerca in collaborazione con la Benelli Armi S.p.A. Esperto in sport di precisione e psicologia dello sport. Divulgatore scientifico in diversi periodici di settore.

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