Lo Skeet è una disciplina olimpica che si differenzia dal Trap o Percorso Caccia, dal fatto che i lanci avvengono da due macchine laterali il pull e il mark, con angolazioni spioventi e molto impegnative.
Questione di…posizione!
A seconda della postazione dove ti trovi, visto che in questa disciplina il tiratore si muove a disegnare un semicerchio, l’ingaggio con i bersagli avviene su distanze diverse e da prospettive differenti.
Tutto questo comporterà un approccio mutevole riguardo ai seguenti aspetti tecnici:
Il fucile: il fucile avrà delle canne più corte e meno strozzate rispetto a quello utilizzato nel trap. Infatti quando si parla di strozzatura per lo Skeet, si intende una strozzatura molto aperta.
Il calcio: anche il calcio dovrà avere delle pieghe diverse in quanto i tiri sono retti e tesi, a volte spioventi al limite della portata.
Le munizioni: anche la scelta delle munizioni dovrà essere diversa rispetto al Trap, prediligendo quelle che hanno una capacità di apertura della rosata a breve distanza.
Posizione in pedana: anche se molto simile a quella che assumi in altre discipline, nello Skeet presenta delle differenze relativamente alla fase della chiamata, al movimento del busto e alla linea di mira da seguire. Soprattutto perché si parte da “sbracciati” e l’automatismo della corretta imbracciata richiede molta pratica e tempo.
Ecco quindi perché la disciplina dello Skeet è spesso considerata dalla maggior parte dei tiratori, sia neofiti che professionisti, molto impegnativa e coinvolgente.
Dalla teoria alla pratica nello Skeet
Devi tenere conto che lo Skeet è una disciplina in cui i lanci sono sempre i medesimi ma in una serie sono previsti 5 doppi bersagli e, dopo il tuo “pull”, possono trascorrere da 0 a 3 secondi prima che il piattello si palesi.
Ciò metterà a dura prova le tue qualità e capacità di mira, ma anche di concentrazione, i riflessi e il colpo d’occhio.
Decidendo di dedicarti a questa disciplina dovrai predisporre un tipo di allenamento che ti aiuti da un lato a far memorizzare al tuo corpo movimenti diversi rispetto ai “soliti” montanti seguendo linee di mira differenti.
Da dove iniziare? Dalla postura e dalla tecnica d’imbracciata
Come tutte le discipline del tiro al volo, anche per lo Skeet si richiede di assumere una posizione solida, ma non rigida, in pedana.
A questa si deve associare una presa salda del fucile nell’attesa del bersaglio (da 0 a 3 secondi) e di una conseguente corretta impostazione dell’arma in spalla quando dovrai imbracciare e sparare.
Devi sapere che per partire bene con la disciplina dello Skeet devi prestare particolare attenzione a questi tre momenti che rappresentano l’incipit dell’attività che svolgerai al Tav.
Il miglioramento di questi tre aspetti lo raggiungerai con la pratica e con il tempo, sicuramente, così come la memorizzazione delle posizioni e movimenti da eseguire, ma soprattutto con l’allenamento fisico che ti consentirà di creare una struttura muscolare in grado di sopportare al meglio la fatica in pedana e di agevolarti nel maneggio e brandeggio del fucile durante le fasi di inseguimento degli imprevedibili bersagli arancioni.
Allenati per memorizzare i movimenti e le traiettorie e per acquisire i tempi
Se provieni già da un’esperienza “Trap”, dovrai reimpostare i tuoi schemi di mira, se invece sei alle prime armi, tanto meglio, dovrai pensare solo a memorizzare e a “fare tuoi” gli schemi dello Skeet.
Ma ti chiederai, come si memorizzano i movimenti da eseguire e gli schemi di lancio?
Come detto la postura, le fasi di imbracciata e i movimenti di brandeggio, li acquisirai e memorizzerai con la pratica e con la ripetizione a vuoto di questi movimenti.
Un altro ottimo metodo per memorizzare i movimenti, le traiettorie e gli schemi sarà quello di chiamare piattelli a vuoto seguendoli col fucile scarico ma impostato.
In questo modo, non avendo “l’assillo” della fucilata e del bersaglio da colpire, potrai dedicarti semplicemente al bersaglio, concentrandoti sul tempo che passa tra la chiamata e la visualizzazione, sulla traiettoria che segue, assimilando il percorso e il tempo della fucilata.
Nella ripetizione di questi movimenti, in tale condizione, memorizzerai mentalmente e fisicamente il movimento da fare, ripetendolo in modo naturale quando sarai in pedana con il fucile carico.
Seguendo questa tipologia di allenamento che dissocia il binomio bersaglio/sparo, inoltre, assimilerai il concetto di sparare con il fucile in movimento, seguendo la traiettoria del bersaglio senza mai fermarti anche dopo aver tirato il grilletto e senza mai alzare la testa dalla linea di mira per “cercare il colpo del fucile”.
L’importanza dell’elasticità del busto
L’elasticità dei movimenti e del busto che deve muoversi lateralmente indipendentemente dal tronco inferiore, è una caratteristica comune a tutte le discipline del tiro al volo e lo Skeet non ne è da meno. Infatti devi sapere che tutta la disciplina dello Skeet è incentrata su due lanci: Pull e Mark.
Si tratta di bersagli lanciati come traversoni, uno più alto e uno più basso, che ingaggerai da diverse angolazioni a seconda della postazione che occuperai, a volte singoli e a volte doppi.
Richiedono sempre dei movimenti di torsione più o meno accentuati, uno da sinistra verso destra e l’altro da destra verso sinistra, pertanto la rotazione del busto, mai delle sole braccia, deve essere repentina e molto elastica, come la tua reazione alla comparsa del bersaglio.
Per migliorare la capacità di movimento dovrai praticare un allenamento che rafforzi tutta la muscolatura del corpo, pettorali e braccia, ma in particolare i muscoli lombari, e soprattutto gli addominali laterali che sostengono il tronco superiore nella fase di rotazione del busto favorendone il riavvolgimento per un veloce e successivo cambio di direzione. Eseguendo esercizi addominali come crunch e obliqui oltre che di torsione del busto con il bastone, potrai raggiungere degli ottimi risultati in questa direzione.
Per concludere, non dimenticare di allenare anche la mente!
E ricordati che la parola magica di questo sport è la concentrazione insieme alla “costanza” nella pratica, non solo in pedana, ma anche nel mantenere sempre vivo il contatto e la confidenza con il tuo fucile.
Perciò, anche a casa davanti allo specchio, praticherai esercizi di brandeggio ripercorrendo le traiettorie dei bersagli che ti ritroverai in pedana, mantenendo sempre la collimazione occhio-bindella-mirino percorrendo ipotetiche linee di mira, durante tutto il movimento di rotazione, accompagnando il bersaglio lungo tutta la sua traiettoria.
Autore
Saro Calvo
Tiratore amatoriale e scrittore
Siciliano, classe 1975, vive nel sud est dell’isola in provincia di Ragusa dove lavora presso uno studio di consulenza, ed esercita con passione l’attività venatoria con 26 licenze all’attivo. Molto legato al proprio territorio, pratica la caccia col cane da ferma alla stanziale e alla migratoria. Si è appassionato, negli ultimi anni, all’uso del calibro 28 in tutte le forme di caccia e alla ricarica domestica, sempre alla ricerca della giusta munizione. Convinto lettore, ama approfondire tematiche riguardanti l’ambiente, la cinofilia, la ricarica e la caccia vissuta in tutte i suoi aspetti, anche quelli letterari. Sostenitore del connubio caccia/ricerca scientifica, dalla passata stagione venatoria fa parte del gruppo di monitoraggio per la beccaccia della provincia di Ragusa, in collaborazione con l’Unione per la Beccaccia e la FANBPO.
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Grazie per la spiegazione e aiuto per una introduzione nel mondo del tiro a volo, sono un neofita per questa pratica, e sono un ex cacciatore, o da poco acquistato un fucile da tiro ,e i vostri consigli sono stati preziosi, grazie ancora.
Luciano.