Il tiro a volo è quella disciplina sportiva in cui, con l’utilizzo di un fucile a canne sovrapposte e sparando delle munizioni a pallini, si prova a rompere un bersaglio in movimento chiamato piattello. Fin qui sembra tutto molto chiaro e anche troppo semplice, perché ci sono tantissime sfumature da scoprire a tal proposito. Scopriamole insieme e chiariamo un dubbio comune tra i neofiti!
L’incipit del tiratore
Iniziamo proprio con il momento che segue l’ingresso in pedana del tiratore e che precede di poco la chiamata del piattello.
Ti trovi da solo, nella tua postazione, le cuffie ti ovattano tutti i rumori… è in questo momento che ti sorge la domanda: “dove devo posizionare lo sguardo?”.
Ecco, in questo articolo rispondiamo nel modo più chiaro possibile a questa domanda, con consigli pratici su dove guardare prima di chiamare il piattello e video interviste in cui alcuni tiratori professionisti ti daranno suggerimenti davvero interessanti.
È davvero molto importante per chi si avvicina a questo sport approfondire i concetti relativi alla corretta posizione da assumere in pedana, quindi a come posizionare tronco, testa, spalle, braccia e piedi.
Di sguardo, vista, colpo d’occhio e visuale si parla poi moltissimo in letteratura spiegando la tecnica di aggancio del bersaglio.
Si tratta di concetti basilari per chi pratica uno sport come il tiro al volo e che bisogna fare propri per personalizzarli, perché non esiste una tecnica migliore dell’altra, ma esiste la tecnica che meglio riusciamo a personalizzare e a fare nostra, così come ci spiega il nostro campione Massimo Fabbrizi nell’intervista che trovi qui sotto.
Dove guardare prima di chiamare il piattello: un piccolo consiglio dal grande risultato
Attraverso lo sguardo possiamo migliorare la nostra prestazione nel tiro al volo?
Molto probabilmente sì. Esiste un aspetto importante che riguarda quello che tiratori come Giovanni Pellielo chiamano la “dimensione del tiratore”, relativamente alla capacità di concentrazione e quali tecniche si possono utilizzare per raggiungerla, come puoi ascoltare dall’interessante intervista al nostro campione.
Gli errori da evitare
Tenere gli occhi bassi, è risaputo, è sinonimo di insicurezza, ma nel tiro al volo rappresenta un atteggiamento decisamente controproducente.
Il consiglio di molti tiratori esperti ed allenatori è quello di non tenere mai lo sguardo basso in pedana, ma abituare l’occhio a guardare l’orizzonte, punti lontani, abituandolo alla luce.
E dopo aver posizionato il fucile in spalla e allineato occhio e bindella, dove deve cadere lo sguardo?
C’è chi allinea occhio e bindella sul testimone della fossa e chi si sposta con lo sguardo un po’ oltre, come ci spiega Alessia Iezzi durante l’intervista.
Ad ogni modo, curando attentamente questo aspetto potrai ottenere contemporaneamente due risultati importantissimi:
- L’occhio sarà maggiormente ricettivo e in grado di “catturare” istantaneamente la presenza del bersaglio non appena questo si presenta nel campo visivo. In questo modo il cervello, lavorando come un sistema di puntamento, elabora il movimento di risposta a quell’input visivo
- Ti sarà più semplice raggiungere quello stato di particolare concentrazione grazie al quale il tiratore riesce a fornire le sue migliori prestazioni sportive.
Per ultimo ma non meno importante… la concentrazione
In conclusione, avrai compreso che sarà necessario adottare tutte le misure per avere una visuale ben ampia e luminosa, insieme ad un livello di concentrazione elevato: è questo il primo tassello per costruire un buon tiratore.
Impara dalle esperienze altrui, ma trova, alla fine, la tua strategia personale che consentirà di raggiungere più facilmente il tuo obiettivo: rompere il maggior numero di piattelli!
Autore

Saro Calvo
Tiratore amatoriale e scrittore
Siciliano, classe 1975, vive nel sud est dell’isola in provincia di Ragusa dove lavora presso uno studio di consulenza, ed esercita con passione l’attività venatoria con 26 licenze all’attivo. Molto legato al proprio territorio, pratica la caccia col cane da ferma alla stanziale e alla migratoria. Si è appassionato, negli ultimi anni, all’uso del calibro 28 in tutte le forme di caccia e alla ricarica domestica, sempre alla ricerca della giusta munizione. Convinto lettore, ama approfondire tematiche riguardanti l’ambiente, la cinofilia, la ricarica e la caccia vissuta in tutte i suoi aspetti, anche quelli letterari. Sostenitore del connubio caccia/ricerca scientifica, dalla passata stagione venatoria fa parte del gruppo di monitoraggio per la beccaccia della provincia di Ragusa, in collaborazione con l’Unione per la Beccaccia e la FANBPO.
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Come sempre ottimi articoli e video
Bello
Ho provato a sparare,proprio come voi suggerite, con l’angolo di reni e ho migliorato la mia prestazione, perché avendo l’occhio guida il sinistro, mentre sparo col destro che è un poco pigro, con questo sistema riesco a vedere meglio il piattello
Molto interessante
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Tante cose utili e importanti ma non c’è scritto dove guardare prima di chiamare il piattello ?