L’intervista di oggi riguarda una grandissima protagonista del tiro a volo, Katiuscia Spada, campionessa del gruppo Fiamme Oro. Una che il tiro a volo lo vive a 360 gradi, dato che proviene da una famiglia di campioni e gestisce anche un campo da tiro.
Al collo ha la medaglia d’argento appena conquistata nella prova di Coppa del Mondo di Lonato, nella gara di skeet a squadre. “La vittoria è stata molto importante a livello personale – ci spiega, a caldo – perché ieri all’individuale, nonostante sia andata molto bene, ho partecipato solo per il ranking e non per la medaglia. Insomma, avevo voglia di riscatto!”
E questa voglia si è vista in campo, fin dall’eccellente fase di qualificazione. In finale, le nostre atlete hanno dovuto affrontare le americane, fortissime. La vittoria di quest’ultime non è stata facile: la squadra italiana ha dato filo da torcere e fino all’ultimo piattello l’oro è stato a portata di mano.
Quando chiediamo a Katiuscia come si arriva a vincere una medaglia così importante, la risposta è quella che tutti conosciamo: tanta passione, dedizione e sacrificio.
“Possono sembrare parole dure, pesanti, impegnative per un ragazzo alle prime armi, che magari si trova a dover rinunciare a qualche sabato sera perché il giorno dopo c’è la gara. Ma se la passione c’è davvero, i sacrifici passano in secondo piano e li fai volentieri. Verranno tutti ripagati”.

Ovviamente, il tiro a volo non è solo fatica e rinunce, tutt’altro! È soprattutto divertimento e l’invito di Katiuscia Spada è proprio a inseguire il divertimento, scegliendo le discipline che piacciono di più e lasciando da parte calcoli e decisioni d’altro tipo. “È solo col piacere sincero di sparare che ogni giorno si trova la forza per allenarsi e si raggiungono i risultati. E vale anche per i professionisti” ci dice.
Quando tocchiamo il tema dell’allenamento, Katiuscia non dà una ricetta assoluta. “Per ognuno l’allenamento ideale è diverso e soggettivo. A seconda del momento, puoi avere bisogno di allenamento tecnico, fisico o mentale. Tutte e tre le componenti portano al risultato. Un bravo atleta è proprio colui che valuta quello che ha bisogno di allenare, in quel preciso momento”.
Le chiediamo allora cosa ne pensa del rapporto tra il tiro a volo e i giovani, oggi. La risposta ci piace: è un rapporto che si sta consolidando sempre di più. “L’interesse per questo sport aumenta, l’età media si sta abbassando ed è meraviglioso! Vedo ragazzi di 12 anni, anche meno, che sono smaniosi di tenere in mano il fucile e provare”.

“Praticare il tiro a volo, poi, è una straordinaria occasione di crescita – spiega. – Affidare un’arma ad un giovanissimo significa dargli una responsabilità, che lo spinge a maturare prima, psicologicamente. Non solo, allenarsi a rimanere concentrati aiuta a sviluppare un grande self control, che poi sarà molto utile nella vita”.
Questo vale anche, e soprattutto, per le ragazze. Lei stessa era un po’ restia, all’inizio, a dedicarsi al tiro. “Certo, mi piaceva sparare, ma a quel tempo era un mondo troppo lontano da quello di una ragazzina. Poi ho iniziato a gareggiare e non ho più smesso. Oggi è tutto diverso, le ragazze sono davvero parte integrante dell’ambiente del tiro!”
Guarda la video intervista completa!

Nicolò Fabbriziani
Responsabile comunicazione e Marketing CNCN
Romano classe 1992, laureato in economia e management e da tempo impegnato nella promozione degli sport di tiro con progetti dedicati ai neofiti.
Grande appassionato di armi e fruitore della vita all’aria aperta.
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