Le munizioni per il tiro al piattello non sono tutte uguali e presentano delle differenze che vale la pena conoscere. La prima è relativa alla disciplina che intendi praticare, le altre riguardano la grammatura, il numero del piombo e la soprattutto velocità.
Queste variabili non sono da trascurare perché possono incidere positivamente o negativamente sulla tua prestazione in pedana, sia durante una sessione di allenamento che durante una performance agonistica.
Come scegliere la giusta munizione
Una munizione da tiro è così composta:
- Fondello
- Innesco
- Tubo plastico che a sua volta contiene:
- Polvere da sparo
- Borra/borra contenitore
- Piombo
Fin qui sembrerebbe tutto molto semplice. Ma allora perché diventa difficile scegliere una munizione per il tiro al piattello e perché esiste una vasta gamma di prodotti tra cui effettuare tale scelta?
Solitamente la prima distinzione che devi operare nella scelta della giusta munizione è relativa alla disciplina che intendi praticare. Infatti, una munizione studiata per la fossa olimpica difficilmente potrà essere impiegata nello sporting, ad esempio.
Vuoi sapere perché? Una munizione HV (alta velocità) con borra contenitore, che mantiene compatta e densa la rosata dei pallini (in modo da aumentare la portata del piombo), è nata per colpire bersagli in rapido allontanamento. Date le sue caratteristiche, non sarà di certo la migliore se dovrà essere utilizzata su bersagli lenti, spioventi o posizionati a distanze ridotte.
A questo proposito, seguendo la video intervista a Federica Gozza (responsabile marketing della Baschieri & Pellagri) relativa al mondiale di sporting, noterai che le munizioni impiegate non hanno borra contenitore ma in fibra.
Pertanto, è evidente che anche i migliori fucili hanno bisogno di buone munizioni da tiro per essere efficaci. Migliorando le tue competenze sportive, potrai sempre optare per prodotti più specifici e prestanti.
Per darti qualche risposta in più, ti invitiamo ad ascoltare questa video intervista al nostro campione Giovanni Pellielo.
La velocità di una munizione è una caratteristica di cui tenere conto?
Si ritiene che più una munizione è veloce, maggiori saranno le possibilità di colpire il bersaglio. Infatti, se il tiratore riesce a trovare una munizione in grado di portare lo sciame dei pallini ancora compatti e con alta forza dinamica subito sul bersaglio (prima che questo si allontani e l’effetto lesivo dei pallini si riduca drasticamente) sarà maggiore la possibilità di fare punto.
Allora basta utilizzare munizioni HV per ottenere sempre ottimi risultati? La risposta è no, non è sempre la soluzione migliore. Questo perché una munizione HV comporta spesso un tributo in termini di maggiore affaticamento per il tiratore, in quanto il colpo di ritorno dopo la detonazione, si traduce in una maggiore sollecitazione per spalla, viso e braccia, riducendo la resistenza e la capacità di tenere la corretta linea di mira sul secondo colpo.
Quindi potrebbe essere necessario trovare il giusto compromesso tra velocità e morbidezza della munizione, optando magari per munizioni HV da utilizzare in seconda canna.
Come nasce una munizione da tiro
La munizione da tiro nasce anche dalla collaborazione sempre proficua tra tiratore e casa di produzione.
Come spiega Andrea Andreani (AD di Cheddite) nella video intervista, quest’ultima cerca sempre di ottimizzare le necessità dei tiratori tenendo conto delle loro sensazioni e della loro sensibilità.
Orientare la scelta delle munizioni su quelle aziende produttrici attente che fanno della ricerca la loro mission aziendale, diviene sicuramente una tattica vincente per chi vede nel tiro al piattello qualcosa in più di un semplice passatempo del fine settimana.
Autore
Saro Calvo
Tiratore amatoriale e scrittore
Siciliano, classe 1975, vive nel sud est dell’isola in provincia di Ragusa dove lavora presso uno studio di consulenza, ed esercita con passione l’attività venatoria con 26 licenze all’attivo. Molto legato al proprio territorio, pratica la caccia col cane da ferma alla stanziale e alla migratoria. Si è appassionato, negli ultimi anni, all’uso del calibro 28 in tutte le forme di caccia e alla ricarica domestica, sempre alla ricerca della giusta munizione. Convinto lettore, ama approfondire tematiche riguardanti l’ambiente, la cinofilia, la ricarica e la caccia vissuta in tutte i suoi aspetti, anche quelli letterari. Sostenitore del connubio caccia/ricerca scientifica, dalla passata stagione venatoria fa parte del gruppo di monitoraggio per la beccaccia della provincia di Ragusa, in collaborazione con l’Unione per la Beccaccia e la FANBPO.
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